Economia

È il momento di investire nella casa Prima regola: puntare sulla qualità

I prezzi sono calati, le alternative d’investimento, con i Bot che rendono meno dell’1%, appaiono poco attraenti e si cominciano a cogliere segnali di ripresa del settore immobiliare. Stando ai dati del mercato, alle relazioni degli uffici studi e alle opinioni degli operatori, se c’è un momento buono per investire nella casa è questo.
La crisi immobiliare italiana non è stata pesante come quella che si è abbattuta sugli Stati Uniti, la Gran Bretagna o la Spagna, ma s’è fatta sentire. Quest’anno, secondo le rilevazioni di Nomisma, accreditato centro studi bolognese, in Italia passeranno di mano circa 600mila case, contro le oltre 800mila compravendite del 2007 e le 686mila dell’anno scorso. Riguardo al calo delle quotazioni le stime divergono: si va dal prudente meno 6% medio di Nomisma al meno 10%-15% indicato dagli intermediari.
Quel che è certo è che i tempi di compravendita si sono allungati (6 mesi mediamente, contro i 3 mesi di due anni fa) e che oggi chi compra una casa può «tirare» sul prezzo, ottenendo sconti superiori al 10% rispetto alla richiesta iniziale del proprietario. Un insieme di fattori che, insieme al calo dei tassi sui mutui, sta riportando i compratori sul mercato. «Il sentiment degli operatori rileva a partire dalla primavera del 2009 una ripresa di fiducia nei confronti del mercato immobiliare, in seguito al ribasso dei prezzi e alla riduzione dei tassi di interesse», dice Fabiana Megliola, responsabile dell’ufficio studi di Tecnocasa, la più vasta rete di agenzie immobiliari in Italia. «Coloro che alla fine del 2008 manifestavano perplessità sull’acquisto, timorosi di quello che sarebbe stato l’andamento futuro del mercato, sono più decisi ad acquistare». Un ottimismo che nei giorni scorsi è stato corroborato da un segnale positivo proveniente proprio dalla Gran Bretagna, dove l’indice Halifax dei prezzi delle case ha mostrato a luglio un incremento dell’1 per cento.
Che le cose stiano cambiando anche in Italia lo conferma Guido Lodigiani, responsabile dell’ufficio studi di Gabetti, nome storico dell’intermediazione immobiliare: «C’è un nuovo interesse all’acquisto da parte di investitori, anche per cifre ridotte, attorno ai 100-150 mila euro». Chi investe queste cifre acquista piccoli appartamenti dai quali può ricavare con l’affitto un reddito lordo attorno al 4% che può arrivare fino al 6% nei grandi capoluoghi e in zone particolarmente richieste come quelle nei pressi delle università o dei grandi ospedali. A chi decide di investire nel mattone gli esperti danno alcuni consigli. Il primo è quello di scegliere appartamenti in buone condizioni e in zone ben servite. «Meglio ancora se c’è una riqualificazione in corso oppure progetti di sviluppo dei trasporti, come la zona della Romanina, a Roma, dove sta sorgendo un polo scientifico universitario, e le aree attorno alla nuove linee della metropolitana a Milano e a Torino».


Una buona scelta, a patto di avere capitali notevoli, è poi quella degli appartamenti di pregio nei centri storici, dove l’offerta è «rigida», le crisi passate hanno mostrato che quando il mercato riparte questi immobili sono i primi a tornare ad apprezzarsi.

Commenti