Un commissariato emozionante quanto «una stazione termale». Questo è il luogo in cui i lettori fanno la conoscenza del commissario Michele Balistreri, il protagonista del noir rivelazione Tu sei il male (Marsilio) di Roberto Costantini. Un personaggio scomodo e poco simpatico, cresciuto in Libia con «uninfanzia inquieta, divisa fra un prete che allungava troppo le mani... e le risse con i coetanei arabi e italiani... nutrendosi di Omero, Nietzsche e del primo Mussolini», costretto a muoversi a 17 anni fra i morti della guerra dei sei giorni al Cairo e pronto a tramare contro il giovane Gheddafi a soli 19. Poi diventa prima picchiatore fascista ai tempi dellUniversità, quindi informatore dei Servizi Segreti per combattere a modo suo il dilagare del terrorismo. Infine si affida allancora di salvezza del fratello Alberto il quale, grazie ai suoi agganci con la Dc, riesce a piazzarlo nel commissariato di Vigna Clara. Un posto imbarazzante per lui, dislocato «in quel quartiere residenziale della borghesia romana in cui la vita di un poliziotto scorreva tranquillamente come quella di un pensionato. Strade ordinate, belle case, molto verde, gente fondamentalmente educata e arrivata al successo economico con ogni mezzo lecito o meno: evasione fiscale, mazzette, appalti ben governati».
In quella Roma apparentemente strabordante di ricchezza e felicità per la vittoria degli azzurri al Mundial, l11 luglio del 1982 scompare la giovane Elisa Sordi, il cui cadavere verrà restituito dal Tevere poche settimane dopo. Balistreri sottovaluta lindagine, ma quel caso tornerà a perseguitarlo 24 anni dopo, quando la madre di Elisa Sordi si suiciderà buttandosi dal balcone. È il 6 luglio 2006 e la città ha ancora voglia di festeggiare mentre la nazionale sconfigge la Francia ai Mondiali di Germania. Ma per il commissario ci sarà ben poco da celebrare anzi. Man mano che la sua indagine andrà avanti in una città dove impera la corruzione politica e dovè difficile lintegrazione sociale con gli extracomunitari, scoprirà che il suo lavoro è legato al suo passato.
La forza di Tu sei il male, oltre che nella costruzione di un personaggio singolare e scomodo, sta nel coraggio di aver cercato di raccontare «il declino italiano» in un ventennio. Una situazione tragica che nemmeno Balistreri, con «la sua forza malata riuscirà mai a cambiare».
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