Milano. Tatanka sta facendo la sua parte: boxe e spettacolo. In fondo è campione anche per questo. Con lui i nostri dilettanti stanno rivalutando il bello della boxe italiana. Qualche volta esagera con le chiacchiere, pure con le boutades: chiama Don King «Don», come si conoscessero da una vita ed invece si sono visti tre giorni. Parla di tv come fosse un divo ed invece ha nel curriculum appena un reality. Non tira solo pugni, fa smorfie, moine, acchiappa lattenzione della gente e distrae quella dellavversario. Eppoi tira i cazzotti, badando a starsene lontano da quelli altrui. Clemente Russo è tutto quanto fa spettacolo, nel bene e talvolta nel male. Il Forum di Milano gli sta andando dietro. I suoi match riscaldano gli animi, laltra sera contro il kazako Levit ha mandato tutti a casa con il palato dolce e appagato. È una delle punte azzurre, luomo al quale è stato chiesto di arrivare in fondo, a giocarsi la medaglia doro, sabato nella finale dei massimi.
Non a caso, insieme a Cammarelle (ieri per lui quasi un allenamento contro lo sloveno Urbanc 14-0, bene anche Valentino sul coreano Soon Chul Han, ko alla 2ª ripresa), in questi sei mesi è stato luomo immagine dei mondiali. «Voglio portarmi Milano sul ring», ha annunciato, ben sapendo che stasera sarà vita dura. Il mondiale della sofferenza comincia ma potrebbe finire anche qui. Stasera sarà Russo contro russo, Egor Mekhontsev, 25enne universitario di Chelyabinsk, campione dEuropa 2008, quasi 300 incontri, oltre 250 vittorie. Si è sbarazzato dellarmeno Alizada 10-0. Nei dual match di questanno, contro Russo, è finita con un pari e una sconfitta. «Agirò più da cobra che da tatanka», sintetizza il nostro. Tatanka è un bufalo, qui servono astuzia e capacità di sfuggire ai pugni tosti. Per Russo è la prima finale, sbarazzarsi dellaltro russo un passo da gigante.
Ma oggi lItalia scoprirà la consistenza dei suoi sogni.
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