Roma

Mondiali di nuoto, ancora sequestri Ma le polemiche del Pd affondano

DELEGATO Per una delibera della giunta Veltroni, 22 impianti in circoli privati, se pronti, potranno ospitare atleti stranieri

Mondiali di nuoto, ancora sequestri Ma le polemiche del Pd affondano

Dibattito acceso sui Mondiali di Nuoto, ieri, dentro e fuori l’aula Giulio Cesare. L’opposizione, dopo il sequestro in mattinata del Salaria Sport Village, ha cercato di dare fuoco alle polveri, ma queste si sono rivelate bagnate. Anzi, zuppe.
L’azione del magistrato, in verità, era nell’aria da giorni. Ma l’iniziativa della Procura non tocca l’organizzazione della rassegna iridata, tanto meno il Comune di Roma. «Abbiamo le carte per dimostrare che il commissario straordinario nominato dal governo (Claudio Rinaldi, ndr) ha derogato in virtù delle facoltà concessegli da Palazzo Chigi», afferma Alessandro Cochi, delegato del sindaco allo sport. In parole povere, non è vero, come accusa la sinistra, che le deroghe ai vincoli urbanistici dovevano essere concordate o autorizzate dal Comune di Roma. Questo poteva essere inizialmente. Ma poi, nel tempo, i poteri del commissario straordinario sono cresciuti. «E il Comune - precisa Cochi - non ha potuto far altro che prenderne atto». Dunque, se qualcosa è successo, al Salaria Sport Village o in altri circoli privati, è giusto che la magistratura indaghi e svolga il suo ruolo di controllo. Ma è anche giusto sottolineare che al massimo si tratta di reati urbanistici. Non ci sono soldi pubblici in ballo né appalti. Tanto meno il Comune di Roma c’entra qualcosa. L’area del Foro Italico sarà pronta per l’inizio dei Mondiali. Ventidue impianti all’interno di circoli privati, in virtù della delibera 85/2007 varata dalla giunta Veltroni, se alla scadenza del 30 maggio saranno pronti, e lo deciderà il commissario, saranno sede di allenamento delle maggiori squadre nazionali: Usa, Australia, Giappone, eccetera. Altre strutture pubbliche saranno disponibili a Roma (Valco San Paolo, Pietralata, Ostia) e in altri centri del Lazio. Questi i fatti che contano.
È il presidente della Federazione Nuoto, Paolo Barelli, a ricordare come e perché i Mondiali sono stati assegnati a Roma: «La rassegna iridata è nata su richiesta del Comune di Roma, nel 2004, alla federazione internazionale. A Roma le uniche grandi strutture natatorie in quei giorni erano ancora la piscina coperta del 1936, risalente a Mussolini, e lo Stadio del nuoto del 1960, dell’epoca di Andreotti». «Con i Mondiali - prosegue Barelli - si voleva dotare Roma e il Lazio finalmente di una serie di impianti capaci di ospitare i circa 20mila atleti che praticano nuoto agonistico. Ora ci stiamo riuscendo». Merito non solo del Comune di Roma, spiega Barelli, ma anche degli altri enti istituzionali: «Voglio ringraziare in particolare Marrazzo, per avere investito soldi per le nuove strutture di Tivoli, Monterotondo, Anguillara, Frosinone. E il presidente della Provincia, Zingaretti, per l’impianto di Anzio». E i circoli privati? «Decide tutto il commissario di governo. Quelle di questi giorni sono polemiche che non appartengono alla Fin, la Federazione italiana nuoto. Grazie alla delibera 85 del 21 maggio 2007 del comune è stata data a tutti la possibilità a proprie spese di implementare l’impiantistica privata. Questo è quello che conta. Sono convinto che sarà un grande Mondiale, che lo spettacolo sarà indimenticabile e le gare avranno un successo straordinario di pubblico». Anche il sindaco Alemanno in Aula Giulio Cesare rassicura maggioranza e opposizione: «Più che le polemiche e le interferenze rispetto a questioni di cui si sta occupando la magistratura, deve prevalere l’intento organizzativo. Il nostro impegno è di offrire un contesto adeguato ad ospitare i Mondiali». Siamo a 54 giorni dalla rassegna iridata, ma anche a meno di due settimane dalle Europee.

Basta questo, forse, a spiegare molte delle polemiche da parte della sinistra capitolina.

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