Politica

Il mondo islamico: «Il Papa ha offeso Maometto»

Dalle comunità musulmane critiche unanimi. Minacce sui siti di Al Qaida

Andrea Tornielli

nostro inviato a Monaco

Le polemiche sono arrivate puntuali, proprio nelle ore in cui Benedetto XVI concludeva il suo viaggio in Baviera. Dopo la diffusione (con sintesi non sempre fedeli) del discorso tenuto martedì all’università di Regensburg sono tante le reazioni degli esponenti del mondo islamico che criticano il Papa. Quella più dura giunge da Ankara, dal presidente degli Affari religiosi della Turchia, Ali Bardakoglu, una sorta di Gran muftì del Paese che Ratzinger visiterà il prossimo novembre.
«Ho letto le notizie sul discorso del Papa con meraviglia e orrore – ha detto Bardakoglu –, è un discorso molto provocatorio, ostile e pregiudiziale. Spero che non rifletta un’ostilità che alberga nel mondo interiore del Papa». «Esso rivela – ha continuato il dignitario islamico – un atteggiamento presuntuoso, viziato ed arrogante di chi sa di avere dietro di sé il potere economico dell’Occidente. Se un uomo di religione o uno scienziato critica la storia di una religione o i membri di quella religione, possiamo discuterne. Ma quando si mette lingua sulle cose sacre, sul Libro sacro e sul suo Profeta, questo è segno di arroganza, di ostilità e dà luogo ad una maldicenza che attizza la lotta di religione». Il Gran muftì si aspetta «che il Papa ritiri le sue parole e chieda scusa al mondo dell’Islam»: «il mondo musulmano» dovrebbe guardare con preoccupazione al prossimo viaggio di Benedetto XVI in Turchia.
Reazioni contrarie alle parole del Papa arrivano poi dal Pakistan, dove il leader del partito fondamentalista, Jamiat Ulema-e Islam (Jui), Hafiz Hussain Ahmed, ha raccomandato a Benedetto XVI di non allinearsi sulle posizioni del presidente americano: «Il Papa è una personalità rispettata, non solo dai cristiani, ma anche dai musulmani. Non dovrebbe abbassarsi a proferire affermazioni alla Bush».
Dal Kuwait, due dignitari islamici, uno sunnita e l’altro sciita, pretendono le scuse di Benedetto XVI. Il segretario generale del partito integralista islamico Umma, Hakem al-Mutairi, ha messo in relazione le parole del Pontefice con «le nuove guerre occidentali in corso nel mondo musulmano, come in Afghanistan, in Irak e in Libano», che a suo dire sarebbero «il proseguimento delle crociate». Mentre il leader del Raggruppamento degli Ulema sciiti in Kuwait, Baqer al-Mohri, ha dichiarato che «l’attacco ingiustificato contro l’islam e il profeta Maometto sono in chiara contraddizione con l’appello del Papa al dialogo fra le civiltà».
Anche qui in Germania la lezione di Regensburg non è passata inosservata. Aiman Mazyek, presidente del Consiglio centrale musulmano tedesco, ha ammonito: «Dopo le sanguinose conversioni delle popolazioni latino-americane, dopo le crociate, dopo le coercizioni imposte da Adolf Hitler alla Chiesa, e perfino dopo che Urbano II coniò per primo il termine “guerra santa”, non credo che la Chiesa cattolica possa puntare il dito contro gli estremismi di altre religioni».
Più morbida l’opinione del presidente del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) e rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, che ha chiesto «un chiarimento» alla Santa Sede «in modo da non confondere l’islam, una religione rivelata, e l’islamismo, che è un’ideologia politica».
Critiche sono infine arrivate dai musulmani italiani. «Segnaliamo in principio una mancanza di opportunità e di sensibilità nei confronti dei milioni di fedeli musulmani che vivono in Europa e nel mondo», ha commentato il segretario generale della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana), Yahya Sergio Pallavicini. Mentre per Omar Camilletti, esponente della Grande moschea di Roma, il Papa avrebbe dovuto ricordare che «proprio in nome della religione e della sua vitale ispirazione, nel medioevo, il mondo islamico seppe primeggiare con un grande sviluppo scientifico e culturale riprendendo proprio quella migliore eredità greca trasmessa poi all’Europa».
Anche nei forum islamici che solitamente pubblicano i video e i comunicati di Al Qaida appaiono messaggi aggressivi. Il più significativo, firmato da un certo “Tabarakallah”: «Diciamo a questo Papa quello che ha detto la spada di Allah, Khalid Bin Walid, al capo dei romani: “Noi siamo venuti per bere il sanque dei romani e non troviamo nulla di più buono del sangue dei romani”».

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