La tragedia dell'abbattimento del volo malese nei cieli dell'Ucraina orientale arriva come un fulmine a ciel sereno in una giornata già molto difficile per i rapporti tra Stati Uniti e Russia. I presidenti Obama e Putin hanno avuto un colloquio telefonico diretto per affrontare la questione della responsabilità di un atto terribile, nel quale tra l'altro avrebbero perso la vita 23 cittadini americani. Il comunicato del Cremlino ha un tono burocratico, ma Putin ha avuto modo di precisare il suo «forte disappunto» al collega di Washington. Cosa si siano effettivamente detti i due capi di Stato nel momento in cui si cerca di stabilire la verità sulla morte assurda di trecento innocenti rimarrà un segreto. Ma è certo che questo drammatico episodio viene ad complicare ulteriormente una relazione già guastata da altri eventi legati al teatro di crisi ucraino.
Ieri infatti, subito dopo l'annuncio dell'adozione di nuove e più incisive sanzioni americane ed europee contro la Russia, la Borsa moscovita aveva registrato un marcato calo di entrambi i suoi indici. Anche il rublo ha perso valore rispetto al dollaro e all'euro. Un colpo oggettivamente duro per Mosca, che aveva provocato reazioni ufficiali risentite. Le nuove sanzioni, precisava il Cremlino, non faranno che danneggiare le relazioni bilaterali e saranno seguite da ritorsioni russe «dolorose» contro gli interessi americani. Il premier russo Dmitry Medvedev ha precisato che «le sanzioni possono riportare indietro le relazioni con l'Occidente agli anni Ottanta e alimentare i sentimenti antiamericani e antieuropei».
La Casa Bianca ha motivato la decisione di inasprire il regime sanzionatorio contro Mosca in una nota firmata da Obama in persona.
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