Afghanistan in fiamme

Afghanistan: la morte della democrazia

L’accondiscendenza verso i talebani da parte degli Stati Uniti ricorda quella verso Hitler. Se l'incapacità di Obama di imporre la sua "linea rossa" sulla Siria o il fallimento della primavera araba sono stati disastri di politica estera, il pasticcio di Biden con i talebani ha quasi distrutto qualsiasi credibilità dell'America

Afghanistan: la morte della democrazia

Il 15 agosto 2021 sarà un giorno memorabile nella storia globale. Dalla dichiarazione di indipendenza nel 1776, i valori che gli Stati Uniti hanno difeso ed esportato sono stati sacrificati in una sola mossa dal presidente Joseph R. Biden. Mentre la caduta di Kabul nel 2021 sarà analizzata dalla storia, Biden ha affrettato la fine della pax-americana, ha riconfermato l'epiteto dell'Afghanistan come "tomba degli imperi", e nel suo vergognoso ritiro ha distrutto tutti i pilastri della democrazia rimasti in Afghanistan, mettendo in pericolo la sicurezza dell'Asia meridionale e del mondo. L’imbarazzante discorso di Biden in difesa delle sue azioni, che variava da bizzarro a illogico, non ha lasciato illusioni sul fatto che il presidente non sia più idoneo a guidare il mondo libero. Si dà il caso che le democrazie devono avere un'età pensionabile per i capi di stato.

Democrazia in Afghanistan

L’ironia della questione è che questo stesso presidente, meno di un anno fa, ha invocato la supremazia del processo costituzionale e ha chiesto il trasferimento del potere, quando Donald Trump spinse i suoi sostenitori per una marcia a Capitol Hill. Oggi gli stessi Usa, che non negoziavano coi terroristi, vogliono far pace con i talebani dopo aver speso in oltre trent’anni 2 trilioni di dollari e migliaia di vite per domarli. I leader internazionali stanno anche pensando di trattare coi talebani, sebbene essi non abbiano mantenuto la propria parola. Tutto ciò sospendendo la costituzione afghana e il parlamento come niente fosse.

L'articolo 60 della Costituzione della Repubblica Islamica dell'Afghanistan prevede che in caso di assenza, dimissioni o decesso del presidente, il primo Vicepresidente prenda il potere e agisca secondo le disposizioni della Costituzione. Sotto questo articolo il primo Vicepresidente Amrullah Saleh, dovrebbe ora prestare giuramento come presidente ad-interim, data la fuga del presidente Ghani ad Abu Dhabi. Tuttavia, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno passato il timone a una troika auto-nominata ed extra-costituzionale composta da tre leader Pashtun: Hamid Karzai, Abdullah Abdullah e Gulbuddin Hemaktyar. Così facendo, hanno distrutto qualsiasi credibilità del processo democratico che gli Stati Uniti si sono sforzati di creare, lasciando fuori tutte le etnie e minoranze dell’Afghanistan. La Casa Bianca ha impiegato più di 11.000 vite americane a rischio consegnando Kabul ai talebani, condannando tutta l'Asia meridionale e l'Europa, se non il mondo, al terrorismo islamico per i prossimi anni.

I nuovi talebani

Il concetto che i talebani possano cambiare è ridicolo. Hanno adottato brillantemente i concetti di dissimulazione (taqiyya) nelle loro PR, mosse imparate dall'intelligence pakistana (ISI) e quella turca. Non sono mai stati seri riguardo ai negoziati a Doha e hanno ritardato fino a quando Biden non ha dovuto ritirare le truppe. Hanno annunciato che non sarebbero entrati a Kabul senza un accordo, per poi rinnegare nuovamente la promessa entro 24 ore. Se ci sia una ragione strategica per cui hanno aspettato un giorno, o se sia simbolico il momento della caduta di Kabul in concomitanza col 75° anniversario dell'indipendenza dell'India, per dare gioia all'ISI pakistano, non si saprà mai. Hanno giurato che avrebbero formato un governo inclusivo, hanno dichiarato la fondazione dell'Emirato islamico dell'Afghanistan (EIA), e tutto ciò non è conforme con la costituzione afghana.

Il misterioso portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha sottolineato nella sua prima pubblica conferenza stampa, che governeranno secondo la sharia. Non ci si può aspettare che un gruppo di deobandi come i talebani implementi una versione della sharia che consenta qualsiasi libertà. È ingenuo aspettare da loro qualsivoglia forma di democrazia o di diritto alle minoranze etniche, alle donne, alle minoranze religiose o ad altri. La presenza dei Taliban al potere indica un emirato islamico, una teocrazia sunnita, con l'Amir-ul-Momeenin nel ruolo di un leader supremo a vita, e un presidente e governo prescelto dalla shura di Quetta. Non c'è un vero ruolo per nessun'altra minoranza etnica o religiosa in questa struttura, specialmente in una società basata su tribù e clan come l'Afghanistan. La trattativa in sé è ora piuttosto assurda. I negoziatori di entrambe le parti sono pashtun, avendo furbamente esiliato gli altri leader durante la marcia dei talebani su Kabul. L'audacia non sta solo nel fatto che un gruppo fascista narco-terrorista come i talebani stia dichiarando un'amnistia per tutti gli afghani che hanno investito il loro sangue, sudore e lacrime nella costruzione di uno stato democratico e libero, ma che i media occidentali lo riportino come una forma di progresso e mutamento.

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Il prezzo della libertà

Uno dei pochi vantaggi della democrazia è la libertà. Ironica la dichiarazione dell'Emirato Islamico il 102° anniversario dell'indipendenza dell'Afghanistan. Con questa dichiarazione l’Afghanistan avrà ora un governo gestito dai servizi segreti del Pakistan, ispirata dal wahabismo salafita Saudita, che segue la scuola deobandi e inizia un complesso processo di potenziamento di gruppi islamici estremisti dal Sud Est asiatico all'Africa. La strategia dei talebani è piuttosto semplice: prolungare il ritiro dei civili occidentali finché non riescono a stabilire un governo superficialmente accettabile dall'Occidente. Loro, insieme ai loro consiglieri turchi e pakistani, sono certi che fino a quando Karzai, e attraverso lui Khalilzad, pensano di avere la chance di un accordo, nessuna grande potenza occidentale sosterrà o riconoscerà il ruolo di Amrullah Saleh come presidente ad-interim o consentirà a nessuno dei signori della guerra esiliati (Dostum, Ismail Khan ecc.) a unirsi alla resistenza del Panjshir. I cittadini occidentali sono la garanzia che le truppe statunitensi che gestiscono l’aeroporto di Kabul rimangano là dal momento che la maggior parte dei loro governi è formato da terroristi che ha ancora una taglia sulla loro testa. Il prezzo della libertà sono le vite internazionali, occidentali e afghane tenute in ostaggio a Kabul.

Il nuovo emirato islamico dell'Afghanistan: EIA 2.0

L'Emirato Islamico dell'Afghanistan 2.0 è il primo figlio frankensteiniano dell'Alleanza Cina-Pakistan-Iran-Qatar-Turchia. Mentre l'Iran ha ancora molti dubbi riguardo al trattamento a lungo termine della IEA dell’Hazara e la sua futura relazione con l'Iran sciita, resta al gioco non avendo alternative. La Russia è scettica, tuttavia la centralità di cui gode ora nella situazione afghana, fa sperare che potrà utilizzare l'EIA, se prenderà piede, come alleato per tenere sotto controllo l'Islam radicale in Asia centrale mentre assume il ruolo di burattinaio con l'Occidente. La Cina spera che sarà in grado di utilizzare l'EIA per mantenere gli uiguri sotto controllo e ha ambizioni di diventare il partner economico e industriale preferito per il nuovo IEA. Entrambi i regimi hanno i loro dubbi e molto da perdere se le loro peggiori paure dovessero avverarsi.

L'EIA 2.0 diventerà un rifugio per ogni gruppo estremista che ora, considerando la vittoria dei talebani sulla potente America, vorrà emulare questo nella loro jihad contro l'India, Israele e contro ogni altro paese islamico moderato. Se Israele crede che l'EIA manterrà l'Iran impegnato e in punta di piedi, ha interpretato male ogni scenario. È una questione di tempo affinché i talebani cercheranno di assorbire la raffinatezza dell'Isis a Raqqa con il potere finanziario di Hezbollah e diventeranno i sostenitori preferiti ad Hamas e l’Isis a Gaza. I combattenti dell'EIA arriveranno dalla Libia al Kashmir, passando per la Terra Santa, portando con sé tecnologia, denaro e ispirazione. Si stima che l'Afghanistan si trovi su oltre 1 trilione di dollari di metalli preziosi e terre rare che la Cina vuole sfruttare. Avere il proprio Stato sovrano ad alta tecnologia gli consentirà di prendere il controllo del commercio di droga e beni culturali, finora gestita per loro dall'Isi. Con un impero alimentato da narcotici e arricchito da fondi cinesi per la loro ricchezza naturale, l'espansione dell'EIA non avrà limiti.

Pakistan: Punjabi e Pashtun (deobandi e Barelvi)

Il rischio più grande che l'EIA metta radici è per il suo inventore e benefattore Pakistan. Il mondo non può permettersi che il Pakistan diventi uno stato fallimentare in quanto è una potenza nucleare. Per decenni i pashtun (afghani e pakistani) hanno dovuto subire il potere dei pakistani punjabi che regnano a Islamabad. La prospettiva di un significativo cambiamento nel successo dei talebani afghani mette a rischio la capitolazione del Pakistan alle potenze estremiste in un paio d'anni. Con i soldi, la sovranità e il riconoscimento, i Talebani e l’EIA non hanno bisogno dell'ISI, che diventa una spina nell’espansione del movimento dominato da deobandi-Pashtun.

Il futuro oscuro

L'Occidente dovrà rientrare in Afghanistan. Che lo faccia ora o sotto un altro presidente degli Stati Uniti è ciò che le potenze globali devono decidere. È necessario un mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per spodestare i talebani da Kabul e riavviare discussioni inclusive, senza l’interferenza del Qatar o del Pakistan e, se tali discussioni non si traducono in un accordo, sarà un governo costituzionale afghano inclusivo e autorizzato a dover prendersi le responsabilità per la sua gente.

Il primo passo è riconoscere Amrullah Saleh come presidente ad-interim. Ashraf Ghani ha abdicato, e riportarlo indietro per cercare di mantenere i negoziati con Karzai e Abdullah è, nel migliore dei casi, una mossa subdola. Il parlamento afghano deve potersi riunire senza intimidazioni armate. I talebani devono accettare un disarmamento programmato.

Gli Stati Uniti e l’Europa hanno diversi punti di pressione su Pakistan e Turchia. I generali di Islamabad e i politici pakistani hanno accumulato grandi fortune che sono state principalmente nascoste a Dubai e in Occidente. La minaccia di congelare questi beni e di sanzionare loro e i loro familiari dovrebbe produrre risultati immediati. O terranno a bada i talebani o forniranno l’intelligence in modo che possano essere distrutti.

L'Europa ha bisogno di smettere di attendere il grande fratello Usa e ha bisogno di dettare la propria politica estera. Le potenze mondiali che fuggono e si scavalcano l'una sull'altra per "far uscire cittadini e afghani" non è una grande ottica o strategia. Terroristi e bulli devono essere affrontati con fermezza e non possono esserci trattative con gruppi che hanno dimostrato più volte di essere inaffidabili e non disposti a mantenere la parola data.

Mentre l'Afghanistan consolida la fine della pax-americana, apre le porte a una nuova era di geopolitica fluida che deve essere basata su valori solidi. Se abbiamo imparato una qualche lezione dalla Seconda Guerra Mondiale, la più importante è che i dittatori non devono essere aiutati.

La posizione che assumiamo oggi, come società democratica civilizzata, determinerà il futuro del mondo e il futuro della libertà.

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