Afghanistan in fiamme

"Attacco tra poche ore": sale la tensione all'aeroporto di Kabul

I talebani sarebbero riusciti a entrare nel capoluogo della provincia del Panshir. Allarme rosso per possibili attentati da parte dell’Isis

"Attacco tra poche ore": sale la tensione all'aeroporto di Kabul

La situazione in Afghanistan è sempre più delicata. Nelle ultime ore si sono moltiplicati gli allarmi in merito a possibili attentati dell’Isis contro l’aeroporto di Kabul e altri bersagli sensibili. Intorno alle 16 ore italiane i media hanno riportato di una forte esplosione allo scalo cittadino. Nel frattempo i talebani, sempre più padroni del Paese, hanno “minacciato e picchiato” dipendenti dell’Onu presenti in loco. Come se non bastasse, e secondo alcune indiscrezioni, il gruppo islamico avrebbe occupato la residenza di Ahmad Massoud, comandante della resistenza, figlio del leggendario Ahmad Shah Massoud. Quest’ultima notizia è stata in seguito smentita dagli stessi Talebani, anche se le voci restano discordanti.

“Attentato imminente”

Dopo l’allerta lanciata dai servizi americani, anche le nazioni europee hanno alzato la guardia in merito a possibili attentati da parte dell’Isis. Durante la notte, dalle capitali occidentali sono emersi nuovi avvertimenti su una possibile minaccia da parte dell'affiliato dello Stato islamico afghano, che probabilmente ha visto i suoi ranghi rafforzati dai talebani che hanno liberato i prigionieri in tutto il paese

In particolare, un funzionario britannico ha affermato che un "attacco imminente" potrebbe colpire l'aeroporto internazionale di Kabul nelle prossime ore. Dal canto suo, la Francia ha detto che fermerà le sue evacuazioni venerdì, mentre la Danimarca ha fatto presente che il suo ultimo volo aveva già lasciato l'aeroporto di Kabul, che ha visto migliaia di persone affollarsi nei giorni da quando i talebani hanno preso la capitale.

Rischio infiltrazioni terroristi tra i civili

L’intelligence americana ha sottolineato il rischio di ipotetiche infiltrazioni di terroristi del gruppo affiliato all’Isis tra i civili presenti all’aeroporto, in attesa di essere evacuati. In ogni caso, la sicurezza dell'aeroporto di Kabul potrebbe essere gestita e condotta da militari o contractor del Qatar.

Sarebbe questa, a quanto apprende l'Adnkronos, la "consapevolezza" nell'ambito del gruppo talebano passati 11 giorni dalla resa della città. L’ombra dei possibili attentati a Kabul potrebbe comportare timori anche per l’Italia, impegnata negli ultimi giorni nelle operazioni di evacuazione dei civili afghani.

In tutto questo, la Commissione europea ha chiesto un impegno agli Stati membri per i ricollocamenti dei migranti dall'Afghanistan. "Ci aspettiamo un impegno fino alla metà di settembre", ha detto Christian Wigand, spiegando che la richiesta di ricollocamenti c'è sempre stata ma ora il "il focus é sull'Afghanistan".

La furia dei talebani

Il ministro della Difesa danese, Trine Bramsen, ha avvertito che "non è più sicuro volare verso e da Kabul". Parlando all'emittente danese Tv2, il ministro ha detto che sull'ultimo volo da Kabul c'erano circa 90 persone, più gli ultimi soldati e diplomatici danesi che hanno facilitato l'evacuazione.

I combattenti talebani, intanto, proseguono nella loro avanzata. Il gruppo, come sottolineato dall’Adnkronis, sarebbe riuscito a entrare nel capoluogo della provincia del Panshir, ultima sacca della resistenza in Afghanistan alle milizie del movimento fondato dal mullah Omar, e una delegazione del Panshir è arrivata nella capitale afghana Kabul per negoziare con il gruppo.

Stando a quanto riportato dalla Cnn, i talebani hanno tolto gli uomini della sicurezza all'ex presidente afghano Hamid Karzai e ad Abdullah Abdullah. In sostanza, al momento, Karzai e Abdullah sono agli arresti domiciliari, senza le guardie del corpo e in balia dei talebani. L’ex presidente afghano, Hamid Karzai, e l'ex vice del suo successore Ashraf Ghani, Abdullah Abdullah, dovevano parte, insieme al capo dei talebani Abdul Ghani Baradar, del consiglio di 12 membri che governerà l'Afghanistan.

A distanza di qualche ora, la notizia è stata smentita. Lo ha riferito Mohammad Naeem, portavoce dell'ufficio politico dei talebani, all'agenzia di stampa russa Sputnik. "Queste notizie non sono vere. Le affermazioni su alcune restrizioni nei confronti di Karzai e Abdullah non sono vere", ha detto Naeem, confermato tuttavia che la sicurezza di Karzai e Abdullah "è di competenza dell'Emirato islamico".

Secondo quanto rivelato da un documento riservato delle Nazioni Unite, i Talebani avrebbero inoltre minacciato e malmenato alcuni funzionari dell’Onu presenti in Afghanistan. Nel testo si delineano "decine di incidenti", compreso quello accaduto domenica, quando un membro dello staff diretto in aeroporto è stato bloccato e malmenato.

Aggredita troupe di giornalisti

A proposito della furia dei Talebani, il giornalista dell'emittente afghana Tolo News, Ziar Yaad, e il suo cameraman, Bayes Majidi, sono stati picchiati ieri dai talebani a Kabul, mentre stavano girando un reportage. I due, ha raccontato la stessa Tolo, stavano filmando alcuni disoccupati e lavoratori in piazza Haji Yaqoob, nella zona di Shahr-e-Naw nella capitale, quando i talebani li hanno aggrediti per ragioni non specificate.

Il reporter lavorava a un pezzo sull'aumento della disoccupazione a Kabul. "Mentre stavamo riprendendo", ha raccontato Yaad, "sono arrivati i Talebani e senza chiederci nulla hanno iniziato a fare confusione, hanno preso il mio cellulare e la telecamera; abbiamo mostrato il tesserino da giornalisti, ma ci hanno schiaffeggiati e colpiti con le loro armi".

Dal punto di vista mediatico, i Talebani sono molto attivi. "Vogliamo costruire il futuro e dimenticare quello che è successo in passato", ha dichiarato Mujahid, che dalla conquista di Kabul il 15 agosto ha già organizzato due conferenze stampa nella capitale nel tentativo di mostrare un nuovo volto dei talebani. Il portavoce del movimento non ha mancato di criticare gli Stati Uniti e i Paesi occidentali accusandoli di privare il Paese di risorse umane preziose come medici, professori o ingegneri. "Negli Stati Uniti queste persone potranno divenire al massimo lavapiatti o cuochi.

Tutto ciò è disumano", ha aggiunto.

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