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Turchia, Davutoğlu dà le dimissioni

Il primo ministro fa un passo indietro. Gli analisti: spaccatura con Erdoğan

Turchia, Davutoğlu dà le dimissioni

Quasi due ore di colloquio tra il presidente Recep Tayyip Erdoğan e il primo ministro Ahmet Davutoğlu, poi la conferma, a meno di ventiquattr'ore di distanza, di quanto la stampa turca aveva dato per scontato fin dall'inizio: il suo premierato finisce oggi, con dimissioni che confermano una crescente spaccatura ai vertici dell'Akp.

Con un congresso straordinario già convocato per il prossimo 22 aprile, il partito di Erdoğan segnala una svolta. L'attuale premier e presidente dell'Akp, ex ministro degli Esteri, sarà presto sostituito e non si ripresenterà come candidato, rimanendo tuttavia - l'ha annunciato oggi in una conferenza stampa - tra i ranghi del partito di maggioranza.

"Sono arrivato alla conclusione che un cambiamento nella posizione di leader del partito e di primo ministro è la cosa migliore", ha detto Davutoğlu ai dirigenti, presentando la decisione come "una necessità" e non una scelta personale. Il presidente Erdoğan ha invece parlato di una "decisione che ha preso lui", nonostante il motivo principale del turn-over sia stata la crescente spaccatura tra le posizioni dei due.

Da ministro a premier

Una notizia, quella delle dimissioni del premier, che era attesa. Almeno da quando i segnali si erano fatti più forti, con l'ex professore universitario, diventato negli anni leader dell'Akp e artefice della politica estera turca, a cui era stata tolta anche la facoltà di nominare i responsabili locali del partito.

Nominato ministro degli Esteri nel 2009, quando ancora non era un parlamentare, ma da tempo uomo dell'Akp, Davutoğlu è stato l'ideatore di quella politica degli "zero problemi con i vicini", al centro del suo libro Strategic depth, che per un certo periodo ha spinto molti a vedere nella Turchia un modello per i Paesi a maggioranza islamica della regione. Un'idea poi fallita e venuta meno con un crescente interventismo di Ankara in situazioni critiche come la guerra civile siriana.

Nel 2014 Davutoğlu è stato nominato primo ministro, al posto di Erdoğan, nel frattempo divenuto presidente. Nonostante l'annuncio delle sue dimissioni, che saranno valide dal giorno del prossimo congresso dell'Akp, l'ormai ex premier ha dichiarato che continuerà a svolgere il suo ruolo di rappresentante eletto per la zona di Konya, in Anatolia.

Il futuro dell'Akp

Erdogan campagna elettorale

Il passo indietro di Davutoğlu arriva a un giorno di distanza dal via libera in Commissione europea alla cancellazione dei visti per i cittadini turchi. Nonostante questo successo, sono molti gli analisti a sottolineare che su questioni centrali come il presidenzialismo o la necessità di tornare a dialogare con il Pkk curdo, mancasse ormai l'accordo con la presidenza.

Con l'ex premier Davutoğlu ormai fuori dai giochi, c'è già chi azzarda il nome di chi potrebbe sostituirlo al vertice dell'Akp. La scelta potrebbe ricadere su Binali Yıldırım, ministro dei Trasporti, o sul ministro dell'Energia Berat Albayrak, che è peraltro genero di Erdoğan.

@ACortellari

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