Via tutto il personale dalla Libia per motivi di sicurezza. La decisione dell'Eni, come riporta il Corriere, è arrivata dopo l’attentato all’Hotel Corinthia della fine di gennaio. Hanno fatto la stessa cosa le altre aziende che operano in Libia, affidando la sicurezza a dipendenti locali. La preoccupazione trae origine da questo: i terroristi dell’Isis hanno messo in cima alla lista dei propri obiettivi gli impianti petroliferi. Ecco perché si è deciso di ridurre il rischio, riportando a casa i dipendenti italiani. Anche perché uccidere qualche italiano per i fondamentalisti sarebbe un formidabile risultato da rilanciare soprattutto a livello mediatico.
Lo stato di allerta aerea in Italia si è alzato ai livelli più alti alcuni giorni fa, dopo un rapporto dei servizi segreti che segnalava alcuni aerei pronti ad alzarsi in volo da Sirte, in Libia, per colpire il nostro Paese. Non pare vi siano stati riscontri, fortunatamente, ma siamo comunque sul chi va là, anche perché si avverte il rischio che a colpire possano essere dei "lupi solitari", cioè terroristi non inquadrati all'interno di un'organizzazione specifica, ma comunque agguerriti e pronti a tutto pur di far male, esattamente come avvenuto di recente a Parigi e poi a Copenaghen.
A tal proposito il sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti , Marco Minniti, ha parlato di "massima imprevedibilità della minaccia che per questo non ha precedenti e tiene insieme la capacità simmetrica e asimmetrica in quanto può fare sia campagne militari sia terroristiche".
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