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Anche due jihadisti "italiani" tra i kamikaze dell'Isis

Tra i nomi dei 122 aspiranti suicidi un marocchino e un tunisino che hanno vissuto in Italia

Anche due jihadisti "italiani" tra i kamikaze dell'Isis

Mentre le minacce jihadiste a Roma e all'Italia non si arrestano, un nuovo - inquietante - retroscena emerge dalla lista dei 22mila terroristi arruolati dall'Isis in questi mesi e rivelata dal sito siriano di opposizione Zaman al-Wasl.

Pare infatti che tra i 122 aspiranti kamikaze pronti a farsi esplodere in nome della "guerra santa" e che nel "formulario" di reclutamento avevano scelto "Attentatore suicida", ci fossero anche almeno due uomini vissuti in Italia.

Uno di loro, nato nel 1992, è un marocchino il cui nome di battaglia è Abu Rawaha al-Itali, cioè "l'italiano", vissuto a Brescia. Dovrebbe trattarsi di Anas El Abboubi, il cui nome è finito in un'inchiesta italiana del 2015 sul reclutamento di jihadisti nel bresciano. Del giovane l'inchiesta aveva svelato, oltre al nome di battaglia, che era partito per la Siria passando dall'Albania, in seguito a un arresto e successivo rilascio nel 2013. Dal formulario dell'Is emerge che il giovane si è registrato a settembre 2013 ad Aleppo come studente, consegnando la sua carta d'identità italiana. Il documento non permette di stabilire se sia ancora vivo.

Un altro aspirante suicida, 39enne di nazionalità tunisina e identificato con l'alias Abu Ishaq al-Tunisi, ha dichiarato nella scheda fornitagli dai miliziani del Califfato di aver vissuto complessivamente per quattro anni in cinque Paesi europei, vale a dire Italia, Francia, Germania, Olanda e Belgio.

Dai profili degli altri "martiri" non è possibile verificare se ci siano altri legami con l'Italia.

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