"Rimuovete Maus": cancel culture contro l'opera sull'Olocausto

Il celebre graphic novel di Art Spiegelman sull'Olocausto, vincitore del Premio Pulitzer, è stato rimosso dal programma di una scuola del Tennesse. Polemica sulla censura nelle scuole americane

 "Rimuovete Maus": cancel culture contro l'opera sull'Olocausto

Sta facendo molto discutere la decisione presa nei giorni scorsi da un consiglio scolastico del Tennessee che ha votato all'unanimità per vietare l'insegnamento del celebre graphic novel sull'Olocausto di Art Spiegelman, Maus, vincitore del Premio Pulitzer. Come riferito dal New York Times, infatti, i membri del consiglio scolastico hanno ritenuto "inappropriato" il contenuto del capolavoro di Spiegelman per gli studenti, riaccendendo il dibattito sulla libertà di espressione e sulla censura negli Stati Uniti. Secondo il verbale della sua riunione, il consiglio scolastico, nella contea di McMinn, nel Tennessee, ha votato il 10 gennaio scorso per rimuovere il libro dal curriculum di terza media. Motivo? Piuttosto surreale. I membri del consiglio hanno affermato che il graphic novel, che ritrae gli ebrei come topi e i nazisti come gatti nel raccontare l'esperienza dei genitori dell'autore durante l'Olocausto, conteneva espressioni "inappropriate" e la rappresentazione di un personaggio nudo. La cancel culture colpisce ancora, proprio nel periodo in cui si celebra la Giornata della Memoria.

Maus, "linguaggio offensivo"

"C'è un linguaggio ruvido e discutibile in questo libro", ha affermato Lee Parkison, direttore delle scuole della contea di McMinn, nel Tennessee orientale, secondo quanto riportato dal verbale della riunione. Art Spiegelman, l'autore di Maus, si è detto sconcertato dalla decisione. "Questo è un immaginario inquietante", ha detto in un'intervista. "È davvero una storia inquietante". Spiegelman ha pubblicato il primo volume del libro nel 1986 e il secondo nel 1991, e la graphic novel ha ricevuto uno speciale Pulitzer nel 1992. È stato il primo graphic novel a vincere il Premio Pulitzer ed è un esempio di come i fumetti possano affrontare temi seri in modi sofisticati e tutt'altro che banali.

Lo sfondo del racconto è drammatico: i genitori dell'autore sono sopravvissuti ad Auschwitz; sua madre si è suicidata. Giovedì, il McMinn County Board of Education ha confermato in una nota di aver rimosso Maus dal curriculum a causa "del suo uso non necessario di parolacce e nudità e della sua rappresentazione di violenza e suicidio". Una motivazione a dir poco sconcertante: come se rappresentare l'Olocausto dovesse essere qualcosa di piacevole e non di terribilmente tragico. Il Museo dell'Olocausto ha difeso su Twitter il graphic novel, affermando che "Maus ha svolto un ruolo fondamentale nell'educare sull'Olocausto attraverso la condivisione di esperienze dettagliate e personali di vittime e sopravvissuti. Insegnare l'Olocausto usando libri come Maus può ispirare gli studenti a pensare in modo critico al passato e ai propri ruoli e responsabilità oggi".

Il dibattito sulla censura negli Usa e la guerra culturale

Il caso di Maus riaccende il dibattito sulla "censura" di libri e romanzi nelle scuole degli Stati Uniti e, in generale, del mondo anglosassone. La polarizzazione identitaria e ideologica del dibattito, infatti, sta portando a nuovi casi di censura e a una vera e propria guerra culturale. Come abbiamo già raccontato, la censura coinvolge tutti, classici e non. Nel febbraio dello scorso anno, l’Università di Leicester annunciava l’intenzione di accantonare il gigante letterario Geoffrey Chaucer a favore di "modelli sostitutivi che rispettino di più razza e genere".

L’Università ha giustificato tale scelta con l’esigenza di "modernizzare i piani di studio rendendoli più adeguati alla sensibilità e alle prospettive degli studenti di letteratura inglese". Stessa sorte per William Shakespeare, finito nel tritacarne della cancel culture con le sue meravigliose opere boicottate, rivisitate, decontestualizzate. All'elenco si aggiunge Le avventure di Tom Sawyer, il grande classico di Mark Twain. I democratici del New Jersey hanno cercato di censurare il libro e ordinarne la rimozione dai programmi scolastici.

L’obiezione è che sì un romanzo che parla di razzismo, ambientato lungo le rive del Mississippi nel 19° secolo, con uno schiavo fuggito come uno dei suoi personaggi principali, ma include insulti razziali. E dunque va rimosso, cancellato. Proprio come Maus.

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