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Ancora tensioni nel mar Nero: la Russia devia una nave turca

Una nave corvetta e un'altra della guardia costiera russe costrette a intervenire. L'imbarcazione commerciale battente bandiera turca si era trovata sulla traiettoria di rimorchiatori della compagnia energetica della Crimea

Ancora tensioni nel mar Nero: la Russia devia una nave turca

Si fanno sempre più tese le relazioni tra Russia e Turchia. E l’ennesimo incidente militare non fa che complicare la situazione. Questa mattina una nave militare russa e una della guardia costiera hanno costretto un’imbarcazione commerciale battente bandiera turca a cambiare rotta nel Mar Nero, dopo che aveva intralciato il transito di un gruppo di navi della Chernomorneftegaz, una compagnia energetica della Crimea, che rimorchiavano piattaforme petrolifere.

In mattinata, proprio mentre Mosca e Ankara innalzavano nuovamente il livello dello scontro, la nave militare russa "Caesar Kunikov" è ripassata senza incidenti attraverso lo stretto del Bosforo, diretta verso il mar Nero. Questo dieci giorni dopo che il suo passaggio in direzione contraria della nave aveva provocato nuove tensioni tra la Russia e la Turchia per la presenza a bordo di almeno un soldato con in spalla un lanciamissili terra-aria, apparentemente pronto all’uso. Ieri, secondo i media turchi, la nave aveva già attraversato i Dardanelli proveniente dal Mediterraneo. La Turchia aveva definito il suo passaggio all’andata "una provocazione", mentre la Russia aveva replicato sostenendo che non aveva violato alcuna norma della convenzione di Montreux. Nonostante il passaggio di oggi venga considerato "pacifico", i rapporti tra i due Paesi restano tesissimi. Tanto che l'incontro della commissione intergovernativa russo-turca in calendario a San Pietroburgo il 15 dicembre è stato ufficialmente cancellato.

Dopo l’abbattimento di un aereo militare russo vicino alla frontiera siriana ad opera dell’aviazione turca lo scorso 24 novembre, attualmente la Turchia e la Russia stanno attraversando la loro peggiore crisi diplomatica dalla fine della Guerra Fredda. Da parte di Mosca sono già in atto misure di ritorsione che colpiscono soprattutto i settori del turismo, dell’agricoltura, dell’energia e dell’edilizia. La scorsa settimana il presidente russo Vladimir Putin ha anche ordinato alle sue forze armate di reagire con "estrema fermezza" a qualunque evento in Siria possa costituire una minaccia. Dal canto suo Ankara ha vietato "in via precauzionale" ai propri militari e ai cadetti d’accademia di andare in vacanza in Russia. Ieri l’ulteriore escalation nelle dichiarazioni del vice ministro della Difesa Anatoli Antonov all’addetto militare turco Ahmet Hakam Gunes.

A quest’ultimo è stato indirizzato "un deciso avvertimento in relazione a possibili nefaste conseguenze che potrebbero essere causate da azioni irresponsabili di Ankara contro il contingente militare russo" impegnato contro i jihadisti dello Stato islamico in Siria.

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