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"Nove anni per traffico di droga". Stangata della Russia contro la cestista Usa

Brittney Griner è stata giudicata colpevole di traffico di sostanze stupefacenti dal giudice del tribunale di Khimki, che l'ha condannata a 9 anni di carcere

"Traffico di droga". La Russia condanna a 9 anni la cestista Usa

La campionessa di basket Brittney Griner è stata giudicata colpevole del reato di traffico di droga: lo ha pocanzi deciso il giudice del tribunale di Khimki, alla periferia di Mosca, che ha poi determinato una pena detentiva di 9 anni e il pagamento di una multa di un milione di rubli (al cambio circa 16.280 euro). La richiesta avanzata inizialmente dalla locale procura nei confronti dell'imputata era stata invece di 9 anni e mezzo di carcere, mentre il massimo della pena prevista per questo genere di reato è di 10 anni.

Gli avvocati della cestista, Maria Blagovolina e Alexander Boykov, hanno annunciato che presenteranno ricorso contro la sentenza, dal momento che, a detta loro, si tratta di "un verdetto assolutamente irragionevole". "Siamo molto delusi dal verdetto", hanno spiegato in una nota ufficiale, "in qualità di legali, riteniamo che il tribunale debba essere equo nei confronti di tutti, indipendentemente dalla nazionalità. La Corte ha completamente ignorato tutte le prove della difesa e, soprattutto, l'ammissione di colpevolezza".

La giocatrice dei Phoenix Mercury era stata fermata e tratta in arresto lo scorso febbraio poco dopo il suo arrivo a Mosca presso l'aeroporto Sheremetyevo. Il personale di controllo del terminal aveva rinvenuto all'interno della sua valigia alcune fiale di olio di cannabis, sostanza il cui utilizzo è proibito in Russia. Dopo un lungo tira e molla tra Mosca e Washington, la 31enne cestista aveva deciso di dichiararsi colpevole, affermando tuttavia di aver portato inavvertitamente la sostanza con sè in Russia e pertanto respingendo l'accusa di traffico di stupefacenti.

La richiesta della procura

"Chiedo alla corte di dichiarare Brittney Griner colpevole e di condannarla a nove anni e sei mesi di detenzione": questa, oltre al pagamento di una sanzione pari a un milione di rubli, la richiesta inoltrata al termine della sua requisitoria dal procuratore Nikolai Vlasenko. Nonostante che la giocatrice Wnba abbia ribadito la assoluta non intenzionalità del crimine commesso, quindi, l'accusa ha ritenuto che la 31enne si sia resa al contrario protagonista di un occultamento volontario delle fialette di olio di cannabis all'interno del proprio bagaglio.

"Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest'aula", ha detto la Griner nell'appello finale prima della sentenza, supplicando i giudici di non "mettere fine" alla sua vita. "Ho commesso un errore in buona fede, non avevo intenzione di infrangere la legge", ha aggiunto, chiedendo "scusa alla mia squadra, alla mia famiglia. Non volevo ferire nessuno. L'unica cosa che voglio è tornare da loro".

Stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa "Ria Novosti", che segue l'udienza presso la corte di Khimki, la cestista dovrà affrontare ora una difficile udienza. Si aggiunga a ciò il fatto che il clima generale è ulteriormente esacerbato dalle tensioni in atto tra Mosca e Washington, in particolar modo a seguito del conflitto in atto in Ucraina. Secondo alcune indiscrezioni, tuttavia, sarebbe stato già instaurato un dialogo tra le due parti che potrebbe prevedere lo scambio di prigionieri. Al momento non solo la giocatrice dei Phoenix Mercury potrebbe essere una pedina da scambiare per gli Stati Uniti, dato che il Paese attenderebbe il rilascio di un altro cittadino detenuto in Russia, vale a dire Paul Whelan.

La replica di Biden

"La cittadina americana Brittney Griner ha ricevuto una sentenza che ricorda ancora una volta quello che il mondo già sa: la Russia detiene ingiustamente Brittney", ha dichiarato Joe Biden subito dopo la sentenza di condanna.

"È inaccettabile e chiedo alla Russia di rilasciarla immediatamente così che possa riunirsi con la moglie, gli amici e le compagne di squadra", ha aggiunto l'attuale presidente degli Stati Uniti, "la mia amministrazione continuerà a lavorare senza sosta e a perseguire ogni strada possibile per portare Brittney e Paul Whelan a casa il prima possibile".

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