Mentre la Russia attacca e minaccia tre quarti di Occidente, la Nato non se ne sta con le mani in mano e si esercita nella malaugurata ipotesi di un'estensione imprevedibile del conflitto. Di sicuro non ci si può far trovare impreparati in caso di escalation miliare, adesso con pochissime percentuali di realizzazione ma domani chissà. Sul Mediterraneo, il dispiegamento di forze da parte dei Paesi dell'Alleanza è molto forte ma si tratta di esercitazioni, già previste e preventivate da tempo. Non è un caso che, come abbiamo visto sul Giornale.it, il 24 aprile fosse approdata a Trieste la portaerei americana Truman, ammiraglia dello schieramento.
"Pronti il più possibile"
In questi giorni, infatti, decine di caccia decollano e atterrano dalla nave militare. "Dobbiamo essere pronti il più possibile", ha affermato Curt Renshaw, contrammiraglio americano a capo del Carrier Strike Group Eight. "Guardiamo alle capacità russe e alle nostre capacità, poi ci alleniamo per contrastare ciò che potrebbero fare e per difendere partner e alleati", riporta IlMessaggero. La presenza della nave militare americana rientra nella logica di "scudo" e difesa da parte dei Paesi Europei molto vicini al teatro del conflitto in Ucraina, una vicinanza ovviamente geografica. Curt Renshaw comanda anche altre sei unità navali e nove squadroni di velivoli. La Truman può ospitare un equipaggio di 7.500 militari e possiede 65 tra aerei ed elicotteri con un pista per alzarsi in volo lunga 330 metri.
"Non sarebbe saggio attaccarci"
La Truman ha partecipato alla "Neptune Shield 2022", esercitazioni della Nato nel Mar Mediterraneo ma anche nel Mar Baltico già programmate a prescindere dalla guerra della Russia all'Ucraina. "Guarda i combattenti d'attacco, guardati intorno! Ovviamente questo dovrebbe essere un effetto deterrente", ha dichiarato Renshaw ai giornalisti. "Penso che non sarebbe molto saggio attaccarci o avere una sorta di aggressione contro un alleato se si pensa alle capacità che abbiamo", ha aggiunto, mettendo in guardia i grandi capi russi sulle loro continue e reiterate minacce alla Nato. Coperte dal segreto, ovviamente, la specificità di alcune operazioni che Renshaw non ha voluto rendere pubbliche "ma teniamo traccia di dove operano i sottomarini della Russia".
"Vigilanza rafforzata"
L'ufficiale Rory Cheyne è uno dei piloti dei caccia che fanno base sulla Truman ed ha partecipato a programmi di addestramento in giro per l'Europa. Quanto accade sul Mediterraneo, comunqe, rientra nei normali programmi di addestramento che hanno cadenza annuale ma con un occhio a quanto accade a un migliaio di chilometri di distanza.
"È un'attività di vigilanza rafforzata, è stata inserita in un contesto diverso - afferma - Siamo qui per lavorare fianco a fianco con i nostri alleati ed essere pronti per qualsiasi evenienza si verifichi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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