Attacco a New York, l'attentatore aveva la green card: "Orgoglioso della strage"

Sayfullo Saipov, 29enne uzbeko, viveva negli Stati Uniti dal 2010. Era già comparso nei radar delle autorità federali. Dal 2015 l'Fbi controllava una cellula dell'Isis formata almeno da sei persone

Attacco a New York, l'attentatore aveva la green card: "Orgoglioso della strage"

Viveva negli Stati Uniti dal 2010. Era in possesso di una green card, l'autorizzazione permanente a risiedere negli Stati Uniti, ottenuta tramite la lotteria. Eppure Sayfullo Habibullaevic Saipov, 29enne uzbeko nato nella capitale Tashkent, ha sferrato un attacco micidiale a New York scagliando un veicolo noleggiato contro un gruppo di ciclisti e passanti a Manhattan vicino al World Trade Center (video). Ha ammazzato otto persone e ne ha ferite undici. Ed è "orgoglioso" di quello che ha fatto.

Saipov aveva una patente della Florida ma viveva con la moglie e tre figli a Patterson, nel New Jersey, lo Stato al di là dell'Hudson rispetto a Manhattan, dove il 29enne ha noleggiato il pick up da Home Depot. Gli investigatori hanno scoperto "una dichiarazione in arabo di giuramento di fedeltà all'Isis" accanto al veicolo usato come un ariete. Alle 15,05 (le 21,05 in italia) New York e gli Stati Uniti sono risprofondati nella paura per un nuovo attentato terrostico. Il 29enne uzbeko ha gridato "Allahu Akbar" (Allah è il più grande), l'inno di battaglia dei jihadisti dell'Isis e dei terroristi islamisti, e si è scagliato sulla pista ciclabile vicino al Wolrd Trade Center abbattendo come birilli i ciclisti ed i passanti. Una scena già vista a Nizza nel 2016 e a Londra quest'anno.

"Gli piacevano gli Stati Uniti - racconta al New York Times Kobijion Matkavor, che aveva conosciuto l'attentatore a Fort Myers, in Florida - sembrava molto fortunato ed era sempre contento e ogni cosa gli andava bene. Certo non sembrava uno che potesse essere un terrorista. Anche se non lo conoscevo in profondità". Ma chi era davvero Sayfullo Habibullaevic Saipov? Non certo quello i conoscenti definiscono "una brava persona". Dopo la mattanza sulla pista ciclabile, è infatti sceso dall'auto brandendo due finte pistole (video), una sparachiodi e una "pistola" che spara palline di inchiostro. È stato in quel momento che alcuni agenti, accorsi sul posto, gli hanno sparato ferendolo gravemente all'addome e lo hanno poi arrestato. Non solo. Secondo quanto riportato da fonti investigative interpellate dalla Abc, il killer (interrogato in ospedale) si è detto "orgoglioso" di quanto compiuto.

Secondo i media americani, Saipov era controllato dalle autorità federali da un po' di tempo. Nel 2015 l'Fbi lo aveva interrogato. E, da allora, aveva iniziato a tener d'occhio una cellula dello Stato islamico formata almeno da cinque musulmani radicalizzati provenienti dall'Uzbekistan e uno del Kazakistan. Al momento non è ancora chiaro se il terrorista di Manhattan fosse uno di questi oppure se li conoscesse appena.

Certo che la barba lunga e incolta, tenuta proprio come viene imposto agli islamici talebani da una delle Hadith, il giuramento al Califfato e l'urlo di battaglia "Allahu Akbar" porterebbero proprio in questa direzione.

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