Attacco a Tunisi, arrestati complici in fuga

Francesco Caldara, Orazio Conte, Giuseppina Biella e Antonella Sesino tra le vittime della strage. Site: "L'Isis ha rivendicato l'attentato". Sostieni il reportage

Attacco a Tunisi, arrestati complici in fuga

Ventitre morti, almeno una cinquantina di feriti, diversi dispersi. All'indomani della strage al museo del Bardo e di una notte di manifestazione contro il terrorismo, a Tunisi è l'ora dei bilanci.

Ed è tempo di bilanci anche per l'Italia, che conta quattro vittime e almeno 13 feriti. I morti sono Francesco Caldara, 64enne pensionato di Novara, Orazio Conte, tecnico torinese che ha passato una vita sulle navi per lavoro e che per la prima volta si godeva la crociera, Giuseppina Biella, 70enne di Meda e Antonella Sesino: di entrambe si erano perse le tracce, ma oggi i loro corpi sono stati riconosciuti nell'obitorio.

Poco ancora si sa del commando armato che prima ha assalito il parlamento (che stava votando nuove leggi anti terrorismo) e poi il museo. Dei cinque terroristi che ne facevano parte, solo due (Hatem Khachnaoui e Yassine Laabidi) sono stati uccisi, mentre gli altri tre sarebbero riusciti a fuggire. Quattro persone sono state arrestate oggi dalle autorità tunisine. Tra di loro ci sarebbe anche la sorella di Khachnaoui. I due terroristi uccisi indossavano abiti civili e sneakers di marca. Uno dei due era già noto dalla polizia e seguito dai servizi segreti. Secondo il ministro degli Interni tunisino Najem Gharsalli i terroristi avevano "cinture esplosive" e di armi "molto avanzate".

Difficile, per ora, sapere chi ci sia dietro: l’Isis ha esultato per l'attacco, ma non c'è stata ancora una vera rivendicazione. Secondo Site, però, oggi il Califfato avrebbe rivendicato la responsabilità dell’attentato.

Nella rivendicazione l’Isis nomina due attentatori, Abu Zakarya al-Tunisi e Abu Anas al-Tunisi. Inoltre un account Twitter legato allo Stato islamico ha pubblicato la foto di una delle vittime italiane scrivendo: "Questo crociato è stato schiacciato dai leoni del monoteismo".

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