Barcellona sotto attacco

Chi è Driss Oukabir, primo sospettato per l'attacco a Barcellona

I suoi documenti per noleggiare il furgone. "Li hanno rubati". Polizia valuta alibi

Driss Oukabir, uno dei membri della cellula di Barcellona
Driss Oukabir, uno dei membri della cellula di Barcellona

A poche ore dall'attentato a Barcellona, è stata diffusa la foto del primo sospettato per l'attentato rivendicato dall'Isis. Si chiama Driss Oukabir, è di origine marocchina ma risiede in Spagna a Ripoll, vicino a Girona. Sarebbe suo il nome utilizzato per prendere a noleggio il furgone con il quale l'attacco è stato sferrato, una tesi che tuttavia lui smentisce, sostenendo di essere vittima di un furto d'identità.

Le autorità non hanno ancora confermato l'alibi di Oukabir, ma intanto l'attenzione si è rivolta anche sul fratello 17enne, Moussa, il cui profilo Facebook è stato bloccato dalla piattaforma. Arrivato in Spagna dal Marocco, ora anche il suo nome è tra quello dei sospettati per i fatti di Barcellona.

Sul profilo Facebook di Driss, di cui la polizia spagnola aveva diffuso nome e foto e che è in stato di fermo, molti video di gruppi musicali arabi. Fra le pagine segnalate con un "mi piace" ci sono anche quelle relative al Corano e l'Islam. Ma va anche segnalato un gruppo chiamato "Appoggio volontari spagnoli contro Daesh", l'acronimo arabo per indicare lo Stato Islamico.

È il quotidiano El Pais ad aver diffuso il nome e la foto dell'uomo che avrebbe noleggiato il van che si è schiantato a tutta velocità sulla folla che passeggiava sulla Rambla di Barcellona, via lunga circa un chilometro e mezzo in cui ogni giorno si riversano migliaia di turisti. Al momento si registrano diversi morti (i media locali parlano di 13) e molti feriti, alcuni gravi.

Non appena è stato diffuso il nome di Driss Oukabir, già arrestato nel 2012, la sua bacheca Facebook è stata presa d'assalto. Sotto un post pubblicato alcuni giorni fa, centinaia di persone stanno lasciando un commento. Sono parole di rabbia quelle che molti utenti stanno scrivendo.

C'è chi invoca la sua morte, chi spera che venga preso e chi digita messaggi contro la religione islamica.

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