In Australia, il Primo ministro ha formalmente chiesto scusa alle vittime dei casi di pedofilia verificatisi nel Paese a partire dagli anni Settanta. Gli illeciti sono stati accertati dalla Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse, la quale ha stimato in 17mila gli individui oggetto delle violenze sessuali consumatesi negli ultimi quarant’anni all’interno di strutture scolastiche pubbliche e private. Nel dicembre del 2017, tale commissione governativa aveva presentato al Primo ministro 122 raccomandazioni, inerenti a provvedimenti da adottare al fine di prevenire il ripetersi dello scandalo e di offrire un adeguato ristoro alle vittime. L’esecutivo però non ha ancora tradotto in misure concrete le proposte dell’organo investigativo.
Prendendo la parola durante una sessione speciale del parlamento australiano, Scott Morrison, premier di Canberra, ha presentato, a nome dell’intero esecutivo nazionale, scuse ufficiali alle 17mila vittime di pedofilia. Egli ha poi denunciato la “sordità” delle istituzioni a fronte delle migliaia di segnalazioni e denunce presentate dal 1971 a carico di dirigenti di scuole pubbliche e private. Morrison ha quindi affermato che i premier del passato, colpevoli di non avere fornito adeguata protezione ai soggetti abusati e di non avere reagito in maniera efficace alla diffusione delle molestie, sarebbero responsabili di un vero e proprio “fallimento” del sistema istituzionale australiano.
Egli ha chiesto “perdono” alle vittime e ha promesso maggiore attenzione da parte dell’esecutivo circa le segnalazioni attinenti a casi di abusi. Morrison ha dichiarato: “Dobbiamo tutti constatare che, in passato, la nostra nazione si è rivelata incapace di dare ascolto a individui oggetto di violenze abominevoli. Il nostro sistema istituzionale non ha saputo rispondere con fermezza alla diffusione della piaga della pedofilia. Oggi, quello stesso sistema chiede finalmente scusa alle vittime e ammette che queste ultime hanno detto la verità.” Successivamente, il premier ha promesso di sbloccare “al più presto” i finanziamenti destinati a risarcire i 17mila individui abusati e ha annunciato l’istituzione di un “museo della memoria”. L’ente culturale avrà il compito di conservare le testimonianze e le denunce rese dalle vittime alla Royal Commission a partire dal 2013, nonché di aiutare i cittadini a comprendere le proporzioni dello scandalo.
Le scuse presentate dal Primo ministro sono state giudicate “convincenti” dalle associazioni che si battono per i diritti dei soggetti molestati. Tuttavia, queste ultime hanno subito condannato l’esecutivo per non avere ancora stanziato le risorse destinate a risarcire le vittime.
Lo scorso luglio, il premier Morrison aveva annunciato l’istituzione di un fondo da 4 miliardi di dollari quale ristoro per le sofferenze patite dagli individui abusati. Finora, ad avviso delle vittime, le autorità non avrebbero corrisposto alcun indennizzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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