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Sgozza una ragazza e poi gira un video per mostrare le sue mani insanguinate

Il 22enne australiano Mert Ney, con un passato da vittima di malattie mentali, si è dichiarato colpevole di tutti i reati a lui contestati

Sgozza una ragazza e poi gira un video per mostrare le sue mani insanguinate

In Australia sta causando profondo sgomento la vicenda di un 22enne che ha tagliato la gola a una ragazza di 24 anni in un appartamento di Sydney, per poi pubblicare sul web dei video in cui mostra le sue mani insanguinate. L’episodio di cronaca risale all’agosto del 2019, ma nuovi macabri dettagli della vicenda, su cui è in corso un processo davanti alla Corte suprema del Nuovo Galles del Sud, sono stati diffusi di recente. L’imputato si chiama Mert Ney, alla sbarra sia per l’omicidio della 24enne Michaela Dunn sia per altri reati violenti.

In base alle ricostruzioni forensi, la giovane vittima è stata assassinata, un martedì di quel mese estivo, quando ha aperto la porta del suo appartamento, nel distretto finanziario di Sydney, a Ney, che impugnava un coltello da macellaio. Attimi dopo l’omicidio della ragazza, l’assassino, con mani e vestiti insanguinati, è sceso in strada in cerca di altri bersagli, pugnalando alla schiena la passante Lin Bo, fortunatamente sopravvissuta all’aggressione. Ney è stato fermato dopo essere stato inseguito, ancora insanguinato, da un gruppo di coraggiosi testimoni, che lo hanno fermato usando una cassa di latte e una sedia, fino all’arrivo della polizia.

Durante il processo, i magistrati australiani hanno mostrato ai parenti della vittima alcuni video girati dall’imputato subito dopo l’uccisione di Michaela. Nel primo, pubblicato da Ney sul suo profilo Snapchat, egli riprende se stesso e la vittima insanguinata per poi dire: “Sono un fottuto psicopatico”. L’omicida avrebbe in seguito inviato lo stesso clip a un conoscente, aggiungendo: “Che ridere, fratello. Da paura”. Nel secondo filmato mostrato durante le udienze, si vede il 22enne nella tromba delle scale dell’uscita di emergenza, intento a fuggire dal luogo del delitto, mentre mostra il sangue di Michaela sulle sue mani e scarpe, lasciando una macabra scia rossa sul pavimento.

La madre della Dunn, durante il processo a carico di Ney, ha raccontato che la giornata della morte della figlia era iniziata come un tranquillo martedì, con Michaela che sarebbe dovuta arrivare a casa per cena alle 19:00. Ma, una volta arrivate le 20:00 e poi le 21:00 e data la sua assenza "estremamente fuori dal comune", la donna avrebbe guidato verso l’appartamento di sua figlia. Una volta ricevuta una chiamata dal marito dicendole di ritornare a casa, la stessa è stata contattata da due detective, che le hanno riferito la tragica notizia. La madre della vittima ha quindi descritto con le seguenti parole la sensazione provata quando ha scoperto che la figlia era stata uccisa: “La nostra casa è rimasta completamente in silenzio: niente lacrime, niente urla, solo il vuoto. Nessun genitore dovrebbe sentire quelle parole…. Tua figlia è stata assassinata”. La donna ha poi aggiunto: “Non abbiamo perso soltanto nostra figlia, ma abbiamo perso il nostro futuro”, invitando tutti gli amici e conoscenti di Michaela a ricordare la 24enne come una persona gentile e straordinaria. La signora Dunn ha anche ringraziato gli “eroi del marciapiede” che hanno impedito a Ney di commettere altri omicidi.

L’imputato, in passato vittima di malattie mentali, si è dichiarato colpevole di tutti i reati di cui è sospettato, con la sua famiglia che ha invocato una rapida conclusione del processo, per non obbligare i parenti della 24enne a fare altre apparizioni in tribunale né per sprecare altri soldi dei contribuenti per la macchina della giustizia australiana.

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