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In Austria la prima bimba nata nel 2018 è musulmana: sul web si moltiplicano minacce e insulti

Si chiama Asel ed è musulmana la prima bimba nata a Vienna allo scoccare della mezzanotte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. E in rete si moltiplicano minacce e insulti: "Deportate questa feccia"

In Austria la prima bimba nata nel 2018 è musulmana: sul web si moltiplicano minacce e insulti

Asel è nata a Vienna 47 minuti dopo la mezzanotte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. Determinata e forte, è venuta al mondo battendo sul tempo tutti gli altri neonati austriaci, conquistandosi così il titolo di bambina dell’anno. Come vuole la tradizione, la foto del Neujahrsbaby tra le braccia dei genitori è stata pubblicata su tutti giornali. Naime, la mamma di Asel, mostra la neonata all’obiettivo del fotografo. Ha il volto segnato dalla stanchezza ma sfoggia un gran sorriso. La gioia per aver finalmente dato alla luce la sua piccola è impressa negli occhi scuri che splendono sul viso incorniciato da un velo rosa.

Sì, perché Naime e suo marito, Alper Tamga, sono entrambi musulmani. E musulmana è anche Asel, la prima bambina austriaca nata nel 2018. Per questo ad accoglierla non c’è stato il consueto coro di auguri e benedizioni. Al contrario, come riporta il New York Times, la rete si è scatenata inondando di commenti carichi di insulti e minacce le pagine social dei giornali locali che hanno pubblicato il ritratto della famiglia, diffuso dall’Associazione degli ospedali di Vienna.

“Deportate questa feccia immediatamente”, scrive un utente sulla pagina Facebook del quotidiano austriaco Heute, mentre un altro internauta si augura addirittura “la morte in culla” della piccola. L’atteggiamento di chiusura verso rifugiati e musulmani, visti come “nemici della propria cultura” è sempre più diffuso tra gli austriaci, che alle scorse elezioni hanno premiato due partiti, quello conservatore del cancelliere Sebastian Kurz e quello di estrema destra di Heinz-Christian Strache, che hanno fatto della lotta all’Islam e all’immigrazione il cavallo di battaglia delle rispettive campagne elettorali. A confermarlo al quotidiano della Grande Mela è Barbara Unterlechner, direttrice di un centro contro l’odio sul web, la quale assicura che da quando oltre 145mila migranti hanno varcato le frontiere austriache dall’estate del 2015, i “commenti razzisti” si sono moltiplicati sui social media.

Il quotidiano locale Heute, che ha rilanciato la notizia della nascita di Asel, ora sta valutando azioni legali per le frasi offensive postate dai lettori, mentre c’è chi, come il segretario generale della Caritas locale, Klaus Schwertner, ha lanciato una campagna in difesa della famiglia musulmana sulla sua pagina Facebook. “Nelle prime ore della sua vita, questa dolce bambina è stata già presa di mira da un’inconcepibile ondata di odio e violenza”, si legge nel suo post. “Si tratta di una dimensione completamente nuova dell’odio online che colpisce una nuova vita innocente”, ha scritto Schwertner, invitando i viennesi a dimostrare il loro affetto nei confronti della bimba e dei suoi genitori. Da martedì scorso il suo appello è stato condiviso oltre 10mila volte e sono più di 17mila i messaggi di auguri e incoraggiamento rivolti dagli utenti alla piccola Asel.

Tra questi spicca quello di una donna austriaca: “Benvenuta al mondo piccolina, so che a volte sembra che non sia così, ma qui c’è tanta bellezza e amore”.

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