New York. Joe Biden firma da Seul la legge per il nuovo pacchetto da 40 miliardi di dollari di aiuti militari e umanitari all'Ucraina, e con il collega sudcoreano si dice d'accordo per avviare discussioni sull'ampliamento delle manovre militari come deterrenza verso Pyongyang. Sul fronte ucraino il presidente americano ha chiesto di farsi inviare il provvedimento approvato dal Congresso il prima possibile, per siglarlo senza aspettare di rientrare negli Stati Uniti dalla missione in Asia il 24 maggio, e ricevendo così i ringraziamenti del leader di Kiev, Volodymyr Zelensky.
Ma ieri è stata anche la giornata del primo vertice ufficiale tra l'inquilino della Casa Bianca e il neo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol (che Biden in una delle sue gaffe ha chiamato con il nome del predecessore Moon): sul tavolo vari dossier «caldi», tra cui i programmi nucleari della Corea del Nord, i rischi sulla sicurezza regionale e sulle catene di approvvigionamento, il rafforzamento dei legami economici tra i due Paesi. «Per la prima volta dal 1976 la crescita degli Usa è maggiore di quella della Cina. Non è mai una buona idea scommettere contro gli Stati Uniti», ha detto Biden durante l'incontro, che si è tenuto nella nuova sede presidenziale scelta da Yoon a Yongsan, nel centro di Seul, invece della tradizionale Blue House. Il suo riferimento è a una proiezione fatta da Bloomberg, secondo cui per il 2022 il tasso di crescita media del Dragone sarà più basso, per la prima volta in 45 anni, di quello dell'America: 2% contro 2,8%. Biden e Yoon hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui hanno anzitutto sottolineato che i due Paesi «ribadiscono l'importanza di preservare la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan». Un riferimento destinato a scatenare una dura reazione da parte di Pechino, che rivendica la sovranità e che considera le vicende legate all'isola come «questioni interne».
Sul fronte nordcoreano, invece, i due presidenti hanno «concordato di avviare discussioni sull'espansione della portata delle esercitazioni militari combinate e dell'addestramento in tutta la penisola», una mossa che punta a scoraggiare la minaccia nucleare di Pyongyang. «Abbiamo anche discusso l'ipotesi di avere vari tipi di esercitazioni congiunte in caso di attacco nucleare», ha aggiunto Yoon, parlando di «un coordinamento con gli Usa per il dispiegamento al Sud di asset americani strategici». Nelle scorse settimane si è parlato di un raddoppio delle batterie Thaad, i sofisticati sistemi antimissile americani all'origine alcuni anni fa di una durissima crisi diplomatica da Seul e Pechino. «Il programma nucleare della Corea del Nord rappresenta una grave minaccia per la penisola coreana, l'Asia e il mondo», hanno poi ribadito Biden e Yoon, sottolineando «il comune obiettivo di denuclearizzazione completa della penisola» e convenendo di «rafforzare ulteriormente il coordinamento a tal fine». L'inquilino della Casa Bianca, comunque, non ha escluso un potenziale incontro con il leader di Pyongyang Kim Jong-un, ma ha precisato che un qualsiasi potenziale faccia a faccia dipenderà dalla sua «sincerità e serietà». Il suo predecessore, Donald Trump, ha avuto con lui due summit - a Singapore e in Vietnam - e un incontro sul 38/mo parallelo, al Panmunjom, ma nel 2019 i colloqui si sono interrotti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.