Bambina pugnalata e decapitata: 48enne condannato alla fucilazione

Dopo aver trascorso la serata a bere, la madre della piccola ed il suo amico Viktar Syarhel avevano aggredito la bambina, picchiandola fino a farle perdere i sensi. L'avevano poi accoltellata 46 volte, fino a staccarle la testa. Inutile la richiesta d'appello alla Corte Suprema

Bambina pugnalata e decapitata: 48enne condannato alla fucilazione

Sono stati condannati in definitiva i due mostri che uccisero e decapitarono una bambina di soli 8 mesi dopo essersi ubriacati. L'atroce vicenda si era verificata in Bielorussia, nella cittadina di Luninec (Brėst), durante lo scorso 2018.

Stando alla ricostruzione effettuata dall'accusa, l'allora 25enne Natalya Kolb, madre della piccola Anna, aveva trascorso la serata a bere con l'amico di famiglia (probabilmente il suo amante) Viktar Syarhel, 48 anni. Ad un certo punto la bambina aveva cominciato a piangere, così i due, infastiditi, l'avevano barbaramente aggredita, tempestandola di colpi fino a farle perdere i sensi. Ormai guidata dalla sola rabbia, la donna aveva quindi afferrato un coltello per infierire sulla neonata, pugnalandola diverse volte (almeno 46). Non paghi, i due mostri avevano quindi mutilato il corpicino della bimba, staccando la testa.

Una scena a dir poco raccapricciante alla quale aveva poi assistito il marito della 25enne, Leonid Klob. Tornato a casa, l'uomo si era ritrovato davanti agli occhi una vera e propria scena dell'orrore. Il corpo della piccola Anna si trovava a terra, in una pozza di sangue, con la testa staccata di netto. A quanto pare persino i paramedici intervenuti all'interno dell'abitazione avevano avuto difficoltà ad intervenire proprio per la crudezza delle immagini: uno dei sanitari era addirittura svenuto.

“Ha visto una scena fuori dai film dell'orrore, ha raccontato uno dei vicini di casa dei Kolb, come riportato dal “Mirror”. “La dottoressa dell'ambulanza è svenuta quando è entrata in casa”.

In seguito al processo, Natalia Klob era stata condannata a 25 anni di reclusione dietro le sbarre, mentre Viktar Syarhel, aveva invece ricevuto la pena capitale mediante fucilazione. In Bielorussia, infatti, questo tipo di condanna può essere applicata solo su uomini di età compresa fra i 18 ed i 65 anni.

Inutile la richiesta di grazia avanzata dai legali di Syarhel, la condanna è stata confermata. Il giorno dell'esecuzione, l'uomo verrà quindi bendato e fatto inginocchiare, dopodiché riceverà un colpo di fucile alla nuca.

Malgrado le battaglie di Amnesty International e della stessa Unione Europea, in Bielorussia permane la pena di morte. Lo stesso presidente Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnka ha dichiarato che la pratica resterà in vigore dal momento che è stato il popolo a votare per la pena di morte.

Durante tutti i suoi anni di potere, il presidente ha graziato una sola persona.

Per quanto riguarda Natalya Kolb, anche da parte sua è stata inoltrata una richiesta d'appello per una riduzione della pena. Richiesta respinta.

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