Il blitz del drone Usa: Al Zawahiri tradito dal relax sul balcone

Il medico-emiro viveva in un appartamento del ministro dell'Interno Haqqani a Kabul

Il blitz del drone Usa: Al Zawahiri tradito dal relax sul balcone

Alle 6,18 del mattino di domenica un missile «fuoco infernale» di ultima generazione, lanciato da un drone americano, centra una signorile abitazione di Kabul. L'impatto fa esplodere il piano superiore all'interno, senza provocare grossi danni al di fuori della palazzina. L'obiettivo di alto valore è Ayman Al Zawahiri, il successore dei Osama bin Laden al comando di Al Qaida. I retroscena dell'operazione della Cia sono da film.

Il medico-emiro della rete del terrore era stato individuato quando usciva sul balcone dai satelliti e droni Usa. Lo ha tradito l'arrivo della famiglia in gennaio e l'operazione per eliminarlo è scattata dopo la prima preghiera del mattino. Non solo: la palazzina sarebbe stata messa a disposizione dal ministro dell'Interno dei talebani, Sirajuddin Haqqani, a un passo dall'ex zona verde, non molto distante dalla nostra ambasciata.


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In gennaio arrivano a Kabul i familiari di Al Zawahiri, compresa moglie e figlia, ricercato dall'Fbi per l'11 settembre e altri attacchi con una taglia di 25 milioni di dollari. La Casa Bianca affida l'operazione non al Pentagono, dopo la disastrosa Caporetto afghana dello scorso anno, ma alla Cia, che conta sui resti della rete di informatori degli ultimi 20 anni e si appoggia alla potente tecnologia della National security agency. Satelliti e droni controllano 24 ore al giorno la palazzina nel quartiere di Sherpur attaccato a Wazir Akbar Khan, la zona vip di Kabul dove si trova anche la Croce rossa. E all'ex zona verde delle ambasciate: la più vicina è la britannica e subito dopo l'americana e l'italiana, tutte chiuse.

Il tranquillo rifugio è anche a un passo da Shar e Naw, il piccolo parco nel centro dove si trova l'ospedale di Emergency per le vittime di guerra. La villetta sarebbe stata messa a disposizione da Haqqani, ricercato dall'Fbi con una taglia di 10 milioni di dollari per aver guidato la rete omonima del terrore, fondata dal padre, specializzata in attacchi suicidi. La rete Haqqani è sempre stata alleata di Al Qaida, che dopo la presa del potere dei talebani viene ospitata nel nuovo Emirato soprattutto sotto la copertura del ministero dell'Interno. Il cerchio si stringe con un video del 7 aprile di Al Zawahiri, che inneggia alla protesta per indossare il velo integrale nei college indiani. Il filmato sarebbe stato girato proprio a Kabul. La Cia identifica il capo di Al Qaida, dato per morto dal 2020, quando esce sul balcone.

Il 19 luglio la speciale cellula dell'Onu che monitora i terroristi sanzionati conferma che Al Zawahiri «è vivo e comunica liberamente». Non trapela che si trova a Kabul, ma gli 007 vogliono stringere i tempi. Da mesi lavorano su un plastico perfetto che riproduce, come per la caccia a Bin Laden, il rifugio del suo successore a Kabul. Il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, informa più volte il presidente nella situation room della Casa Bianca, la stanza sotterranea e blindata delle crisi. Joe Biden vuole evitare al massimo i danni collaterali e la morte di civili. Il 25 luglio a una riunione finale con il direttore della Cia, William Burns, autorizza l'attacco con i droni.

Per Al Zawahiri inizia il conto alla rovescia. Secondo fonti di intelligence il capo di Al Qaida andava a pregare in una moschea vicina all'abitazione del capo della polizia di Kabul, mulawi Hamza. L'attacco sarebbe scattato al suo ritorno e non avrebbe provocato altre vittime innocenti. All'inizio i talebani tentano di depistare parlando di un missile che ha centrato una palazzina vuota.

Rahmatullah Nabil, l'ex capo dell'Nds, il servizio segreto afghano ai tempi della Nato, rivela che il ministro dell'Interno Haqqani nelle ore precedenti al bombardamento mirato Usa «incontrava una delegazione dei talebani pachistani nel suo residence per gli ospiti a Wazir Akbar Khan» a un passo dalla villa concessa ad Al Zawahiri.

Dopo l'attacco Haqqani e il suo seguito, compresi i familiari, sono stati visti partire frettolosamente con un lungo convoglio verso la provincia di Paktya, roccaforte della sua rete «per evitare altri attacchi simili con i droni» secondo l'ex capo delle spie afghane.

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