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Libia, all'aeroporto una gazzella tra i bagagli

Hanno destato indignazione qualche giorno fa le tristi immagini che ritraggono una gazzella viva impacchettata come un bagaglio qualsiasi e messa su di un nastro trasportatore all'aeroporto di Tripoli.

Libia, all'aeroporto una gazzella tra i bagagli

Devono essere stati attimi di incredulità quelli vissuti l'altro giorno dai viaggiatori dell'aeroporto militare Mitiga di Tripoli, in Libia, quando una gazzella è incredibilmente apparsa sul nastro trasportatore del ritiro bagagli. In una serie di immagini, pubblicate dal quotidiano libico The Libya Observer e diventate subito virali in rete, si può vedere infatti il povero animale ancora in vita impacchettato alla stregua di una valigia qualsiasi, con solo la testa lasciata libera dall'imballaggio in modo da consentirgli di respirare. La gazzella, molto probabilmente un esemplare di Gazella leptoceros nota comunemente coma gazzella bianca o Rhim, era appena sbarcata da un volo interno proveniente dalla città libica di Ghat, al confine con l'Algeria - dove è possibile che l'animale sia stato catturato - e diretto all'aeroporto di Tripoli. Aeroporto già noto per essere stato numerose volte luogo di scontri durante le due guerre civili che hanno interessato il Paese negli ultimi anni, costringendo la chiusura al traffico per i voli internazionali nel 2014.

Le foto della gazzella impacchettata hanno subito scatenato la reazione delle associazioni ambientaliste locali, tra cui il Libyan Wildlife Trust, che a corredo delle immagini ha retoricamente commentato: "Dove sono le autorità che devono far applicare la legge?". A causa della caduta di Muammar Gheddafi nel 2011 e del successivo caos in cui è piombato il Paese, le autorità statali sono infatti sempre più in difficoltà nel cercare di arginare il fenomeno del bracconaggio, che molto spesso coinvolge specie animali a forte rischio di estinzione come appunto la Gazella leptoceros, della quale si stima rimangano appena 2.

500 esemplari in natura.

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