In Brasile è di recente emerso uno scandalo legato ai vaccini, con conseguente proliferazione di dubbi sull'efficacia della campagna di immunizzazione condotta dal governo Bolsonaro, attaccato da feroci polemiche circa la gestione dell'emergenza sanitaria e l'acquisizione delle forniture di preparati anti-Covid. Nel dettaglio, a fare indignare in questi giorni l'opinione pubblica verde-oro è stata la pubblicazione, avvenuta ieri, dei risultati di un'inchiesta condotta dal quotidiano Folha de Sao Paulo, secondo cui, citando atti ufficiali del ministero della Salute, migliaia di cittadini avrebbero finora ricevuto "dosi scadute di vaccino AstraZeneca". Proprio il medicinale anglo-svedese è l'immunizzante più uitilizzato nel gigante sudamericano e rappresenta il 57% delle fiale impiegate lì quest'anno.
In base alle ricerche effettutate dai giornalisti della testata citata, sarebbero state inoculate nel Paese circa 26mila dosi di vaccino AstraZeneca scadute (25.935 per la precisione) e quindi inefficaci contro il coronavirus. Quelle migliaia di preparati scaduti farebbero parte di otto lotti di AstraZeneca importati dall'estero, con una metà di questi ultimi spediti in Brasile dal Serum Institute of India e l'altra metà invece dalla Paho (Organizzazione Panamericana per la Salute). Uno dei lotti incriminati, ha appurato finora quel quotidiano, conteneva fiale in scadenza il 29 marzo, mentre un altro dosi in scadenza il 4 giugno. Le tre città in cui avrebbe avuto luogo la maggior parte delle somministrazioni di vaccini scaduti sono Maringa, Sao Paulo (entrambe nel sud del Paese) e Belém, nel nord del Brasile.
I dati sulle dosi vaccinali somministrate nonostante fossero scadute, precisa la testata, sarebbero suscettibili di infiniti aggiornamenti, visti i numerosi errori compiuti dalle autorità sanitarie locali riguardo alla registrazione dei lotti e della rispettiva scadenza, dato che è emerso che "gli appunti venivano presi manualmente su fogli di carta e successivamente dattiloscritti". I cittadini che si sono visti somministrare un vaccino scaduto dovranno quindi, evidenzia il giornale attenendosi alle linee-guida governative sulla campagna di immunizzazione, essere ri-vaccinati almeno 28 giorni dopo avere ricevuto la dose inefficace, poiché farsi inoculare una fiala scaduta equivale a "non essere stati affatto vaccinati".
Complessivamente, la quota di popolazione
brasiliana che ha finora completato il ciclo vaccinale è pari al 12,55%, ossia 25.944.570 persone. Ad oggi, il bilancio dell'epidemia di Covid nel Paese registra 18.622.304 soggetti contagiati e 520.095 vittime.
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