La Grecia rivuole i marmi del Partenone: ma Londra dice no

Tra le condizioni poste dai 27 per il dopo Brexit c'è anche la restituzione delle opere d'arte sottratte illegalmente, compresi i marmi del Partenone. Ma per Londra il fregio è ormai di proprietà del British Museum

La Grecia rivuole i marmi del Partenone: ma Londra dice no

Non c’è solo l’economia e il commercio, ma anche la cultura al centro dei negoziati che puntano a raggiungere un accordo per regolare i rapporti tra Londra e l’Europa nell’era post-Brexit.

Dopo il respingimento della proposta britannica di ricalcare l’accordo Ceta con il Canada, e il rifiuto del governo di Boris Johnson di accettare "un qualsiasi ruolo arbitrale della Corte di giustizia europea", il prossimo scontro nelle trattative tra la delegazione britannica e quella di Bruxelles sarà sui marmi del Partenone. Nella bozza del documento che contiene la posizione dei 27 sulle future relazioni tra Ue e Gran Bretagna, a cui ha avuto accesso ieri l’agenzia Reuters, c’è anche un passaggio dedicato ai beni culturali.

Si tratta di una clausola, richiesta secondo le indiscrezioni dal governo di Atene con il supporto di quello italiano, che chiede "il ritorno o la restituzione al rispettivo Paese d’origine dei beni culturali sottratti illegalmente". Non si parla di un’opera d’arte in particolare. Ma la disputa più famosa sulla questione è senz'altro quella tra Atene e Londra sulla proprietà delle sculture e dei fregi che Lord Elgin portò via dall’Acropoli nel diciannovesimo secolo quando la Grecia era sotto il dominio dell’Impero Ottomano.

Del resto, come ricorda la stessa agenzia di stampa, il mese scorso il ministro della Cultura greco si disse fiducioso che i marmi del Partenone sarebbero tornati a casa proprio per effetto della Brexit, che avrebbe diminuito l’influenza britannica sugli altri Paesi europei. Cipro, Italia, Spagna, sono tra quelli che hanno sostenuto l’inserimento della clausola nella bozza del documento.

Gli ornamenti marmorei del Partenone portati via da Tomas Bruce, conte di Elgin, arrivarono in Inghilterra via mare nel 1812 con l’autorizzazione dei turchi. Si trattò però di una vicenda controversa, tanto che dovette intervenire lo stesso Parlamento inglese per scagionare Lord Elgin e permettere al British Museum di acquistare le opere d’arte esposte nella galleria Duveen.

La Grecia li ha sempre rivendicati. Ed ora il governo di Atene vorrebbe sfruttare la particolare congiuntura politica per riappropriarsi dei capolavori sottratti dagli inglesi. Ma una portavoce del governo britannico ha subito chiarito come la "responsabilità legale delle opere sia del British Museum" e che quindi la restituzione dei marmi non sia in discussione.

In realtà una fonte della Reuters ha spiegato come più che alla restituzione di parte del fregio di 160 metri risalente al V secolo a.C.

che adornava il Partenone, l’Europa sarebbe interessata più cha altro a mettere un freno "al traffico illegale di opere d’arte attraverso le case d’asta londinesi". Un traffico che con l’uscita di Londra dall’Unione Europea sarà più difficile controllare.

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