Il conto alla rovescia è iniziato: se il premier inglese Boris Johnson vuole negoziare con Bruxelles, passaggio divenuto centrale "grazie" alla legge anti no deal approvata a colpi di maggioranza, in entrambe le Camere, da parte degli oppositori dell'hard Brexit, ossia della uscita slegata da una accordo preliminare con la Ue, ha meno di due settimane di tempo per stilare un documento da portare all'attenzione dell'Unione europea. Altrimenti, stando alle dichiarazioni di Antti Rinne, che è di turno per la presidenza continentale, la partita si chiuderà con un nulla di fatto. Nello specifico, all'ex primo cittadino di Londra sono stati concessi 12 giorni. Dalla fine di quel periodo in poi, l'Unione europea non sarà più disponibile a trattare.
Secondo quanto riportato dall'Adnkronos, il primo ministro finlandese ha aggiunto pure di aver parlato di questo scenario con Emmanuel Macron, che si è detto d'accordo. L'Unione europea, insomma, accelera. E prova a limitare il raggio d'azione del leader conservatore, che non ha troppe opzioni da poter prendere in considerazione. Specie dopo che la maggioranza è venuta meno. E infatti l'uomo che, dopo la vittoria alla competizione primaria, guida pure i Tories, non ha parlato di questo scenario come di un'ipotesi da escludere a priori. Tra meno di un mese, Johnson andrà a trattare con la controparte. Ma la condizione - come riportato anche da l'Agi - è che il backstop non faccia parte del concordato.
Niente possibilità di tornare indietro, insomma. Altrimenti il primo ministro britannico tenterà il tutto per tutto. Il 31 ottobre, sin dai tempi delle primarie conservatrici, è la data che Johnson ha in mente per mettere la parola "fine" a questa storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.