Ancora un giorno di fuoco per Theresa May, che oggi si trova a dover gestire il voto per il rinnovo della Brexit.
La premier britannica, dopo la sconfitta di ieri sera in cui la Camera dei Comuni ha bocciato nuovamente l'accordo concluso con l'Unione europea, ha messo oggi in agenda un voto per l'approvazione dell'accordo o del rinvio. Una mossa disperata quella del primo ministro inglese, che da tempo ormai non sa più come gestire il processo di uscita dall'Unione europea.
E il Parlamento britannico ha appoggiato con uno scarto di 210 deputati - 412 contro 202 - la mozione del governo. Entro il 20 marzo, quindi, si terra un terzo voto di ratifica del suo accordo con la Ue. E se il Parlamento dirà sì il governo chiederà alla Ue un rinvio al 30 giugno della data di uscita (oggi fissata al 29 marzo). Ma se l'accordo - già bocciato due volte dai Comuni - non passa entro il 20 marzo, allora il governo avrà bisogno di chiedere una proroga più lunga, di cui i tempi saranno nelle mani della Ue. May ha già avvertito che il rinvio potrebbe essere più lungo di tre mesi e questo scenario costringerebbe la Gran Bretagna a partecipare alle elezioni europee.
Intanto oggi pomeriggio, la Camera dei Comuni ha battuto un nuovo fondamentale colpo. Westminster ha bocciato nettamente l'idea di tenere un secondo referendum sulla Brexit. Con 334 voti contrari e 85 favorevoli, i deputati hanno respinto l'emendamento dell'indipendente Sarah Wollaston che proponeva l'estensione dell'articolo 50 del trattato di Lisbona per organizzare di un secondo referendum. Secondo il testo, la Brexit doveva essere prorogata "per il tempo necessario a legiferare ed effettuare un voto pubblico su un'uscita alle condizioni determinate dal Parlamento o sulla permanenza nell'Ue".
Intanto, in caso di nuova bocciatura, May ha promesso che proverà a chiedere al Consiglio europeo una proroga lunghissima della Brexit: forse di un anno. Un'ipotesi che non piace a nessuno, e sicuramente non ai sostenitori del divorzio di Londra da Bruxelles.
E oggi sono arrivate anche le pesanti critiche dell'alleato d'Oltreoceano Donald Trump. Il presidente Usa ha detto che "è una vergogna il modo in cui è stato gestito" il negoziato sulla Brexit.
Discutendo alla Casa Bianca con il premier irlandese Leo Varadkar, Trump ha parlato della May dicendo: "Sta facendo a pezzi un Paese, in effetti sta facendo a pezzi una serie di Paesi", ricordando che aveva proposto "delle idee" sulla gestione dell'uscita ma "non mi ha ascoltato, va bene, però avrebbe potuto negoziare in un modo diverso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.