Legato alla Brexit ci sono diversi aspetti, tutti da chiarire, nei rapporti tra Londra e l'Unione europea. Uno di questi è Euratom, la Comunità europea dell’energia atomica. "Non è possibile uscire dall’Ue e restare membro a pieno titolo di Euratom", tuona Guy Verhofstadt, coordinatore dell’Europarlamento sulla Brexit, durante un’audizione con i deputati europei. Negli ultimi giorni erano arrivati segnali da Londra su una possibile marcia indietro sull’uscita da Euratom, per evitare problemi agli impianti nucleari nel Regno Unito.
Tra le altre cose Euratom ha la responsabilità di garantire l’applicazione di norme di sicurezza uniformi e di regolare l’approvvigionamento di combustibile e la gestione dei rifiuti nucleari. "Dal Trattato di Lisbona, Euratom e l’Ue sono totalmente sovrapposti", ha spiegato il politico belga: "Non si può essere parte di Euratom e non essere parte dell’Ue". Secondo Verhofstadt, il Regno Unito può chiedere a Euratom di "continuare a fare il lavoro che sta facendo" e poi concludere "un accordo di associazione" con l’Ue per risolvere "tutti questi problemi".
L'esponente liberale prosegue il suo intervento sottolineando che la proposta del governo britannico sui diritti dei cittadini "non è quella di cui abbiamo bisogno alla fine del negoziato" per arrivare a un accordo. "Vogliamo che i cittadini continuino a beneficiare degli stessi diritti e dello status che hanno ora", ha spiegato Verhofstadt. La proposta britannica, invece, "introduce un nuovo status nel loro sistema di immigrazione, basata sulla residenza di almeno 5 anni nel paese", ha detto Verhofstadt, sottolineando il carico amministrativo per richiedere il diritto a restare nel Regno Unito e il fatto che gli europei verrebbero trattati come "cittadini di seconda classe". La proposta britannica è insufficiente anche per il fatto che non è chiaro se i cittadini europei potranno "partecipare alle elezioni locali" come avviene attualmente, ha aggiunto Verhofstadt.
Secondo il coordinatore dell’Europarlamento sulla Brexit, i diritti dei cittadini europei nel Regno Unito devono essere tutelati dalla Corte di giustizia dell’Ue e non solo dalla legislazione e dai tribunali britannici, come proposto dal governo di Londra. "I cittadini non possono essere le vittime" della Brexit, ha ribadito a chiare lettere Verhofstadt.
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