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Burundi, giornalista resta in carcere. Intervistò "killer" delle suore italiane

Bob Rugurika rischia fino a vent'anni di carcere per non avere denunciato la sua fonte. Il tribunale ha rifiutato la scarcerazione

Burundi, giornalista resta in carcere. Intervistò "killer" delle suore italiane

Avevano visto troppo le tre sorelle saveriane uccise in Burundi lo scorso 7 settembre. È quello che sostiene Bob Rugurika, il direttore di Radio Publique Africaine, che ha intervistato un uomo che avrebbe fatto parte del commando che colpì le donne a Kamenge, nella loro parrocchia.

Secondo Rugurika, i sicari avrebbero ricevuto 14mila euro in cambio dell'uccisione delle tre italiane. L'uomo che ha intervistato ha tirato in ballo nomi molto grossi, da quello del presidente Pierre Nkurunziza a quello di un ex direttore dei servizi, Adolphe Nshimirimana.

Un'intervista che al giornalista è costata carissima. Accusato di tradimento della solidarietà nazionale, violazione del segreto istruttorio e occultamento di reo, è stato arrestato lo scorso 21 gennaio, per essersi rifiutato di denunciare la sua fonte. Rischia fino a 20 anni di carcere.

Particolarmente gravi le accuse lanciate nell'intervista, in cui l'uomo che parla sostiene che l'ex capo dello spionaggio avesse importato illegalmente farmaci in Burundi, spacciandoli per aiuti destinati alla parrocchia. Avrebbe contrabbandato anche minerali preziosi dalla Repubblica Democratica del Congo.

Per l'omicidio delle tre suore è finito in carcere un trentenne con problemi psichici, che aveva confessato a poche ore dal fermo. Una spiegazione che - scrive il Messaggero -evidentemente non convince il direttore di Radio Publique Africaine.

Diverse organizzazioni internazionali si sono mobilitate per il giornalista.

Il tribunale di Bujumbura ha rifiutato la scarcerazione, confermando le accuse nei suoi confronti.

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