In un lungo post caricato sulla sua pagina personale Facebook, il giornalista Toni Capuozzo parla anche della morte di Edy Ongaro, l'italiano di 46 anni che dal 2015 aveva scelto di combattere al fianco dei russofoni del Donbass contro le milizie ucraine. Un conflitto che affonda le proprie radici nel 2014 e a causa del quale sono decedute negli anni migliaia di persone, fra cui numerosi civili.
"La notizia che più mi ha colpito è stata la morte, in combattimento, di Edy Ongaro", racconta ai suoi follower lo scrittore. "Quarantasei anni, da Portogruaro, era inquadrato in una brigata internazionale a fianco dei secessionisti del Donbass. Seguivo il suo profilo, qui su Facebook, anche se da tempo era chiaro che avesse altre cose da fare". Poche le notizie sul 46enne, che viene ricordato dalla stampa nazionale semplicemente come "ricercato" nel nostro Paese. "Era un comunista vecchio stampo, che non negava le foibe, e piuttosto ne faceva una gloria della giustizia proletaria", prosegue il giornalista nel suo racconto sui social. "Riposi in pace, lui e la sua coerenza, che rivelano la grande confusione tra i cuori generosi e smarriti delle destre e delle sinistre più eccitabili". Anni fa l'uomo sarebbe rimasto coinvolto in una rissa scoppiata all'interno di un bar di Venezia, durante la quale avrebbe colpito il proprietario con un calcio per poi scagliarsi contro un carabiniere. Dopo essere tornato il libertà, Ongaro non avrebbe più lasciato traccia di sè, fino al 2015, quando decise di schierarsi al fianco del popolo russofono del Donbass.
"Cosa ha a che fare l’autoritarismo di Putin, e la sua politica di potenza con il vecchio comunismo?", domanda Capuozzo, a proposito dello scontro ideologico. "Poco: solo l’assenza di libertà e la repressione del dissenso, anche sotto forma di Z tracciate sulle porte". E per quanto riguarda l'Ucraina e la sua associazione con la destra tradizionalista? Capuozzo vede poche affinità. Tuttavia, l'Ucraina viene da lui definita come. Un mondo di "badanti e utero in affitto, di un popolo che non vuole tornar sotto il grigiore del socialismo reale senza neanche il socialismo, e che per farlo ha rispolverato vecchi eroi collaborazionisti, e lustrato un nazionalismo etnico – il russo come lingua proibita - altro che libertà e democrazia".
Per quanto concerne la crisi economica in atto e il taglio del gas verso quegli stati europei che si rifiuteranno di pagare in rubli, dopo le sanzioni imposte alla Russia, Capuozzo ha le idee chiare. "Avremo il gas, credo.
Come altri paesi europei pagheremo in euro, la banca della Gazprom farà il cambio, intascando preziosa valuta estera e metterà il timbro “pagato” in rubli", pronostica lo scrittore. "Il rublo è tornato ai valori anteguerra, e le rese dei conti si fanno così: una via d’uscita che salvi la faccia a tutti, senza umiliazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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