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"La Madonna con l'aureola Lgbt è un insulto": scoppia la polemica

L'immagine simbolo delle lotte per i diritti degli omosessuali in Polonia esposta al museo del Parlamento Ue fa discutere. La Lega chiede di censurarla: "Così si offendono i cattolici"

"La Madonna con l'aureola Lgbt è un insulto": scoppia la polemica

La Madonna nera di Czestochowa con l’aureola arcobaleno approda al museo del Parlamento europeo. E il quadro simbolo della lotta all’omofobia in Polonia, ovviamente, fa discutere. Il poster che raffigura l’icona della Vergine considerata miracolosa da milioni di polacchi in versione "rainbow" è stato usato nel 2019 da tre attiviste per i diritti delle persone Lgbt. Elżbieta Podleśna, Anna Prus e Joanna Gżyra-Iskandar ci hanno tappezzato la chiesa di San Domenico a Płock. Una "punizione" nei confronti del parroco Tadeusz Łebkowski, che aveva annoverato "gender" e "Lgbt" tra i "peccati" da cui i fedeli avrebbero dovuto tenersi lontani.

Qualche settimana dopo la polizia polacca aveva fatto irruzione in casa di Podleśna, trattenendola in cella per diverse ore e sequestrandole computer, cellulare e schede di memoria. L’accusa per lei e le altre autrici del gesto era quella di "offesa al credo religioso". Le tre sono state poi assolte in appello. L’intenzione, infatti, secondo i giudici, non era quella di offendere la religione cristiana, ma di protestare contro l’omofobia. Ed è per questo che al loro fianco si sono schierate Ong come Amnesty International e persino il gesuita statunitense James Martin, consultore per il Dicastero vaticano della Comunicazione, che in una serie di tweet aveva criticato il governo polacco per l’arresto delle attiviste. "L'idea che i cattolici Lgbt possano sentirsi confortati da un'immagine che suggerisce che la Madre e Gesù li amino non sembra essere venuta in mente alle autorità. Almeno a me, l'immagine sembra meno una protesta e più una richiesta d'amore", aveva scritto.

Oggi il manifesto è esposto nella Casa della Storia europea a Bruxelles, il museo nato per iniziativa dell’Europarlamento. L’occasione è una mostra dal titolo "Quando i muri parlano!", inaugurata lo scorso 30 aprile e dedicata alla comunicazione visiva nel Vecchio Continente. La Vergine "rainbow" è esposta assieme ai poster di Je suis Charlie e Solidarność nella sezione "Attivismo e proteste", dedicata ai poster come veicolo per esprimere rivendicazioni politiche e come strumento delle lotte per i diritti umani. Ma per qualcuno la "Madonna con Bambino con aureole arcobaleno" rappresenta un’offesa ai cattolici e sarebbe quindi inappropriato esporla in un luogo simbolico come la Casa della Storia di Parc Léopold.

A protestare è l’eurodeputata leghista Simona Baldassarre, responsabile del dipartimento Famiglia del partito di Matteo Salvini, che parla di "atto blasfemo". "Riportare all’interno dell’icona sacra, nell’aureola, un arcobaleno Lgbtq+, rappresenta un insulto alla dignità e alla libertà religiosa degli oltre due miliardi di cristiani nel mondo, e dei circa 328 milioni di cittadini dell’Ue di fede cristiana", attacca la deputata. "Permettere di esporre nel museo del Parlamento europeo una versione blasfema del dipinto – ha aggiunto - è una intollerabile mancanza di rispetto". Baldassarre si appella all’articolo 22 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Ue, che garantisce "la diversità culturale, religiosa e linguistica".

"L’arte, la libertà di espressione o di manifestazione del proprio pensiero, non dovrebbero mai risultare offensivi delle convinzioni e della fede altrui", è il ragionamento.

"La mia idea di Unione europea si basa su ben altri principi, edificati sulle proprie radici cristiane", ha concluso la parlamentare europea che ha scritto alla presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola e alla direttrice della Casa della Storia europea, Constanze Itzel, per chiedere che il poster venga rimosso.

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