“Charlie è Satana”, “Allah è grande”. È il coro che si alza a Zinder, seconda città più popolosa Niger, teatro nelle ultime ore di una violenta protesta contro il settimanale satirico francese. Ma disordini si sono verificati anche a Niamey, la capitale, Maradi e Gourè. Rispetto alle dimostrazioni in Pakistan, Algeria, Sudan e Somalia, quelle in Niger sono sfociate nella furia. Le vignette contro Maometto e la presa di posizione del mondo al fianco della rivista crivellata il 7 gennaio hanno trovato qui in Niger – ex colonia francese – una bruta risposta: negli scontri tra i manifestanti e gli agenti di sicurezza a Zinder sono morte cinque persone (ma il bilancio non è definitivo) e ne sono rimaste ferite oltre una cinquantina.
E come riporta la Bbc, sono state bruciate sette chiese e anche bandiere francesi in atti dimostrativi che trasudano di rabbia e odio. L’esercito, che coadiuvava le forze dell’ordine, si è trovato in difficoltà innanzi all’impeto della protesta, che è sfociata in atti di vandalismo verso un cento culturale francese, negozi e bar ed esercizi gestiti da non musulmani.
A Niamey i momenti di massima tensione si sono registrati all’esterno della grande moschea cittadina al termine della preghiera del mattino: qui i militari sono intervenuti in tenuta antisommossa utilizzando gas lacrimogeni per disperdere la folla unita nel grido “Je suis muslim”.
Mahamadou Issoufou, presidente del Niger, ha condannato le violenze e fatto appello alla calma (“Coloro che saccheggiano e profanano luoghi di culto e che uccidono i loro compatrioti
cristiani non hanno capito nulla dell'Islam"),dopo aver vietato la vendita di Charlie Hebdo nel proprio. Paese. Ma l’aver partecipato alla marcia contro il terrorismo di Parigi non è piaciuto molto in patria, che ora ribolle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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