Cronache

Che sfortuna nascere genio: si resta soli, odiati e infelici

Un libro racconta la storia di quindici bambini prodigio del Novecento, da Shirley Temple a Bobby Fisher. Per spiegare che essere un passo davanti a tutti può voler dire a volte rovinarsi la vita per sempre. E molto per colpa dei genitori

Che sfortuna nascere genio: si resta soli, odiati e infelici

Il genio. Eccellenza delle eccellenze, baciato da Dio, solitario, inafferrabile, quasi sempre infelice. Non c’è genitore, se non nonno, convinto di averlo in casa, figlio o nipote che sia. Ma il mistero del genio, ambasciatore del superiore sapere, forse non sarà mai svelato nemmeno dall’intelligenza artificiale.

Con l’anno nuovo arriva un nuovo libro: Off the charts, The Hidden Lives and lessons of american child prodigies. Quindici storie di bambini prodigio del Novecento e le loro vite, a volte infernali. Da Norbert Wiener, padre della cibernetica, che a 14 anni era già laureato in matematica, vittima di una padre che lo costrinse a leggere tutti i libri della sua biblioteca fino a rovinargli la vita, a Shirley Temple, «Riccioli d’oro», la bambina più popolare e celebre dell’America degli anni della Depressione, gloria e sentimento della Nazione se persino Roosevelt il presidente: «Finchè il nostro Paese avrà Shirley noi americani staremo bene».

Pagata bambina più di Greta Garbo, a 12 anni era già un’attrice sul viale del tramonto. O Bobby Fisher, l’imperatore degli scacchi, che impara a giocare, come scrive una sua biografia «dalle istruzioni allegate ad un omaggio unito ad una scatola di caramelle, acquistata nella pasticceria di casa». A otto anni è già un fuoriclasse. Fino all’ultimo prodigio, Marc Yu. cinese e californiano, che a due anni suonava già Beethoven e Schubert, e che, adesso, diciottenne, sembra persino vecchio. Creatori, inventori, precursori spesso vittime della vita, destino del genio, o di molti di loro, anche quando il genio non è precoce. Rilke era schizofrenico, Rimbaud soffriva di allucinazioni, Masaccio era soprannominato l’idiota e Schumann diceva di ricevere visita dagli angeli. Tanto per dirne qualcuno.

Indagare il dono di dio forse non servirà. Diceva Norman Mailer: «Cos’è il genio se non equilibrio sul bordo dell’impossibile»?

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