Cina, Croce Rossa sotto accusa: "Ritardi nella consegna delle mascherine agli ospedali"

Per sopperire all’inefficienza della Croce Rossa, i cittadini stanno distribuendo agli ospedali le mascherine anti-virus usando mezzi di trasporto privati

Cina, Croce Rossa sotto accusa: "Ritardi nella consegna delle mascherine agli ospedali"

In Cina, la Croce Rossa è divenuta in questi giorni oggetto di feroci attacchi, accusata di ritardi e disfunzioni nell’assistenza ai medici impegnati nella lotta al coronavirus.

In base a quanto riferisce Al Jazeera citando un’inchiesta condotta di recente dall’emittente locale Caixin nonché numerose denunce postate sui social da dottori e comuni cittadini, la Croce Rossa di Wuhan e quella della provincia di Hubei non avrebbero finora amministrato in maniera oculata le donazioni fatte dalla popolazione a sostegno della battaglia delle istituzioni contro l’epidemia.

Secondo il network del Qatar, i due enti umanitari avrebbero speso in attrezzature mediche, da destinare successivamente ai pronto-soccorso della provincia in cui imperversa l’epidemia, una minima parte del denaro racimolato in queste settimane.

In particolare, puntualizza l’organo di informazione arabo, la Croce Rossa di Wuhan avrebbe raccolto, alla data del 29 gennaio, donazioni per 56 milioni di dollari, ma avrebbe utilizzato solo il 13% della cifra per acquistare materiale sanitario con cui rifornire gli ospedali cittadini e provinciali.

Caixin, citato da Al Jazeera, ha inoltre rinfacciato alla medesima istituzione la lentezza estrema con cui starebbe procedendo la distribuzione alle cliniche delle attrezzature necessarie a curare i malati. I magazzini della Croce Rossa di Wuhan, grandi quanto “due campi da calcio”, sarebbero appunto strapieni di strumenti medici inutilizzati, in quanto appena un pugno di dipendenti dell’ente sarebbe preposto a rifornire i nosocomi con la fondamentale attrezzatura in questione.

Quanto alla Croce Rossa della provincia di Hubei, anch’essa è stata biasimata, riporta il network del Qatar, per stare distribuendo con il contagocce agli ospedali il materiale accumulato finora grazie al denaro donato dalla cittadinanza.

Ad esempio, dei due milioni di mascherine acquistate con i soldi forniti dalla popolazione, soltanto "200mila" sarebbero state consegnate alle strutture in campo contro la diffusione del morbo.

Sempre la Croce Rossa provinciale, inoltre, è stata accusata, precisa Al Jazeera, di rifornire di mascherine, occhiali e camici anti-coronavirus essenzialmente delle cliniche che non ne avrebbero affatto bisogno, lasciando di conseguenza i centri di avanguardia nel contrasto alla malattia a corto di attrezzature fondamentali.

Il Wuhan Union Hospital, uno dei sette grandi nosocomi impegnati a estirpare e a studiare il virus, sarebbe stato infatti rifornito dall’ente umanitario in questione di appena 5mila mascherine, mentre il Wuhan Ren'ai e il Wuhan Tianyou, ossia due presidi sanitari minori che non sono adeguati a fronteggiare l’epidemia, sono stati al contrario muniti complessivamente dalla Croce Rossa di 32mila unità di tali attrezzatura mediche.

A fronte delle carenze mostrate dalle due istituzioni nella distribuzione delle apparecchiature sanitarie acquistate con il denaro dei cittadini, la popolazione starebbe provando a sopperirvi con il contributo dei privati.

Proprio un elicottero privato, evidenzia

Al Jazeera, avrebbe appunto provveduto, lo scorso sabato, a trasportare fino al Wuhan Union Hospital, vista l’inefficienza del personale della Croce Rossa, 9mila mascherine raccolte grazie all’iniziativa popolare.

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