Cinitalia

Cina, l'"aula Confucio": tra poesia e calligrafia

L'analisi del canto folcloristico dei Qi settentrionali

Cina, l'"aula Confucio": tra poesia e calligrafia

Il canto dei Chile

Ai piedi del Monte Yin, si estende l’ampia pianura abitata dai Chile,

il cielo, come una iurta, copre la prateria.

L’etere è azzurro, la campagna immensa e sconfinata,

il soffiare del vento appiattisce il pascolo, palesando le pecore e i bovini coperti dall’erba.

Analisi del testo

I Chile erano una minoranza etnica stanziata nel nord della Cina al tempo delle Dinastie del Nord e del Sud. Abitavano la parte settentrionale dell’attuale provincia dello Shanxi e la parte meridionale di quella che è oggi la Mongolia interna.

Quello che avete appena letto è un canto folcloristico dei Qi settentrionali, in cui viene elogiata la vastità della prateria e si proietta il lettore in una dimensione di prosperità, che si manifesta con la presenza di buoi e capre sulla scena. Poi compare l’immagine del cielo paragonato a una iurta, un accostamento perfetto, che riporta alla mente le tende cilindro-coniche usate dalle popolazioni nomadi e la vita dei gruppi etnici che le adoperavano.

Il terzo verso ci introduce in uno spazio sconfinato, mentre il quarto offre una descrizione dello scenario lussureggiante disegnato dal pascolo, su cui si stagliano mandrie di buoi e di capre, svelando al lettore un paesaggio dove regna l’armonia fra cielo e uomo.

Commenti