La Cina, al fine di contenere l’avanzata del coronavirus, ha ultimamente messo al bando la pratica di vendere e di mangiare animali selvatici. Il divieto in questione, deciso dopo anni di tolleranza direttamente dal parlamento nazionale e munito di effetti immediati, rende di conseguenza fuorilegge, ha sottolineato ieri The Independent, i mercati all’aperto, sparsi in tutto il Paese, in cui ha finora avuto luogo la macellazione e lo smercio di zibetti, pavoni, cervi, tassi, coccodrilli, pangolini, tartarughe.
Con l’entrata in vigore dello stop al consumo di tale carne, le forze dell’ordine locali provvederanno di conseguenza, puntualizza l’emittente, a chiudere gli spacci dove si continuano a esporre in vendita bestie selvatiche da mangiare.
La recente linea dura della Cina, motivata dal sospetto che il coronavirus abbia avuto un origine animale e che la sua diffusione sia cominciata proprio in uno dei mercati incriminati, è stata decisa dalle autorità, rimarca il quotidiano, dopo avere constatato il fallimento di un analogo provvedimento introdotto un mese fa.
Allora, il governo aveva infatti disposto un’interdizione temporanea allo smercio di carni delle bestie in questione, sempre dettata da necessità sanitarie, ma gli effetti erano stati limitati, in quanto la vendita di quei prodotti era subito ripresa allo scadere del divieto ed era comunque proseguita clandestinamente mentre quest’ultimo era in vigore.
Ora, però, Pechino ha letteralmente dichiarato guerra ai mercati all’aperto dediti alla vendita e alla macellazione di specie selvatiche e coloro che saranno sorpresi a continuare a consumare e a smerciare gli alimenti proibiti, oltre che a cacciare bestie per nutrirsene o per venderle ai consumatori, rischieranno punizioni severe.
Il legame tra la recente misura draconiana e l’obiettivo di impedire nuovi focolai dell’epidemia è stato quindi ribadito da Zhang Tiewei, portavoce della commissione parlamentare per gli Affari legislativi, citato da The Independent: “C’è stata finora, dall’inizio dei contagi ad opera del Covid-19, una crescente preoccupazione da parte della gente sul consumo della carne di animali selvatici e sui pericoli nascosti che quest’ultima arreca alla salute pubblica”.
La misura dell’esecutivo, fa sapere la testata londinese riportando un sondaggio fatto ultimamente dall’università di Pechino, godrebbe del sostegno del 97% della popolazione della Cina.
La messa al bando appena entrata in vigore, tuttavia, non dichiara fuorilegge anche i mercati all’aperto in cui si smercia, in condizioni igieniche oggettivamente precarie,
carne di animali non selvatici, come piccioni, conigli e quaglie.Ciò, ad avviso degli esperti interpellati dal giornale, potrebbe favorire lo sviluppo di nuove epidemie, soprattutto quelle dell’influenza aviaria e suina.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.