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Cina, silos missilistici nelle Spratly, ultimata la seconda portaerei

Ennesimo test politico della Cina per valutare il Presidente Trump. La seconda portaerei in servizio nel 2020. La terza in costruzione

Cina, silos missilistici nelle Spratly, ultimata la seconda portaerei

La Cina ha completato la costruzione di venti silos dislocati negli avamposti delle isole Spratly: sarebbero in grado di accogliere missili terra aria a lungo raggio a protezione delle aree contestate nel Mar Cinese Meridionale. Secondo i rapporti della Reuters, le strutture si trovano nelle scogliere di Subi, Mischief e Fiery Cross nelle Spratly. Nelle sette isole artificiali, la Cina ha schierato diverse batterie missilistiche HQ-9 con una gittata di 200 chilometri, a protezione dei tre aeroporti costruiti. I silos, secondo le presunte dimensioni, larghi venti metri e profondi dieci, potrebbero ospitare diversi sistemi HQ-9. Commentando la vicenda, il portavoce del Ministero degli Affari Esteri Geng Shuang ha ribadito l’inviolabile diritto di difendere il Mar Cinese Meridionale.

“Le normali attività di costruzione sul nostro territorio, comprese le necessarie ed adeguate strutture di difesa, avvengono in base al Diritto internazionale e sono prerogative delle nazioni sovrane. Le necessarie installazioni militari sono principalmente per l'auto-difesa e sono assolutamente legali”.

L’amministrazione Obama non ha mai riconosciuto le rivendicazioni territoriali di Pechino nella Regione, ordinando alla Us Navy di navigare in prossimità delle isole bonificate, secondo quanto previsto dal Diritto internazionale. Durante il suo discorso di insediamento, il Segretario di Stato Rex Tillerson ha avvertito la Cina, invitandola a sospendere tutte le operazioni di bonifica e militarizzazione delle isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale. Non ancora chiara la posizione ufficiale del Presidente Donald Trump.

L’isola di Woody, la più grande della catena Paracel, è stata la prima ad accogliere sistemi di difesa a protezione dell’aeroporto che ospita in turnazione caccia intercettori Shenyang J-11, cacciabombardieri Xian JH-7 e droni a bassa osservabilità Harbin BZK-005. La Cina rivendica Woody Island fin dal 1950, ma è contestata anche da Taiwan e Vietnam. Le Paracel, insieme alle Spratly, e Scarborough Shoal, rappresentano un ruolo chiave nella strategia di sorveglianza e proiezione del triangolo strategico nel Mar Cinese Meridionale. Nelle Paracel sono stati rilevati quattro porti in grado di accogliere unità di grandi dimensioni e cinque strutture più piccole. La Cina ha poi costruito cinque eliporti, con principale base della forza a rotore localizzata nell’isola di Duncan.

Costellato da piccole isole, scogli e secche, il Mar Cinese Meridionale è al centro di una disputa territoriale che contrappone tra loro Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan, Vietnam, Corea del Sud, Giappone e Cina. Tensioni che si sono acuite negli ultimi anni. Gli Stati Uniti si oppongono alla militarizzazione del Mar Cinese Meridionale, dove transita un terzo del traffico marittimo mondiale.

Nei precedenti appelli del Pentagono, “si esortano gli aventi diritto ad intraprendere azioni coerenti con il quadro di riferimento internazionale”.

Il valore dei silos

Strutture fisse. I silos sono dei bersagli simmetrici e non rappresentano una minaccia militare significativa per le forze degli Stati Uniti, data la loro visibilità e vulnerabilità. La mossa è da considerarsi come l’ennesimo test politico per valutare il Presidente Trump a fronte del rafforzamento delle posizioni cinesi nel Mar Cinese Meridionale.

Completati i lavori sulla seconda portaerei

Sono ormai conclusi nel cantiere di Dailian, nel nord della Cina, i lavori sulla seconda portaerei cinese, la Shandong. Il secondo vettore Tipo 001A, secondo quanto riferisce il Ministero della Difesa cinese, sarà varato entro pochi giorni. I test in mare sono previsti per il 2019 con primo pattugliamento operativo nel 2020. La Shandong ha un dislocamento di 65.000 tonnellate ed un sistema di alimentazione convenzionale (caldaie a gasolio e turbine a vapore) con un’autonomia di settemila chilometri a 32 nodi. La Shandong trasporterà fino a 24 caccia Shenyang J-15 che decolleranno dal medesimo ponte STOBAR della Liaoning appartenente alla classe Admiral Kuznetsov. Sebbene efficace, il lancio STOBAR non è paragonabile al CATOBAR o Catapult Assisted Take Off But Arrested Recovery, decollo assistito da catapulta ma recupero arrestato presente sulle Nimitz statunitensi. Un vettore CATOBAR è in grado di lanciare velivoli dotati di maggior carburante e carico utile.

I principali sistemi (propulsione, elettronica ed armamento) sono stati realizzati in Cina. Una delle principali differenze tra le portaerei Liaoning e Shandong è il design a misura di uomo: il secondo vettore presenta ambienti più confortevoli e moderni per il personale imbarcato. Presso la Huangdicun Airbase, i cinesi continuano a testare le piattaforme J-15 sia sulle catapulte a vapore che su quelle elettromagnetiche.

Sulla catapulta elettromagnetica non è necessaria alcuna riconfigurazione, diversamente da quanto avviene oggi per quelle a vapore che presentano dei limiti in base alla massa dei velivoli lanciati. Il sistema di lancio elettromagnetico consente flessibilità d’impiego per una varietà di piattaforme che possono decollare dal vettore a pieno carico. L’uso di una forza più costante e regolabile, infine, riduce lo stress sulla struttura degli aeromobili, poiché l’energia cinetica del velivolo in atterraggio è controllata da un motore elettrico.

La terza portaerei cinese è in costruzione nei cantieri di Jiangnan Changxingdao, nell’area di Shanghai.

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