
In Cina è stato appena messo al bando un videogioco la cui trama presenta inquietanti similitudini con la vicenda-coronavirus. Tale notizia è stata confermata lo scorso giovedì direttamente dall’azienda di Bristol Ndemic Creations, creata dall’imprenditore britannico James Vaughan. Il videogame incriminato, messo in commercio otto anni fa e con cui si può giocare tramite smartphone, pc o console, si intitola Plague Inc.
Quest’ultimo, spiega il Daily Mail, fa appunto riferimento a una terribile pandemia che flagella il mondo. In particolare, compito di ogni giocatore è creare un “virus mortale” e quindi contagiare il maggior numero possibile di persone. Attualmente, afferma l’emittente, sarebbero 130 milioni, sparsi in tutti i continenti, gli appassionati del controverso videogame.
Anche in Cina, dove Plague Inc ha cominciato il mese scorso a essere diffuso, sempre più persone si stavano innamorando della creazione dell’azienda britannica, proprio in concomitanza con l’aggravarsi dell’emergenza del Covid-19.
Sarebbero stati proprio i palesi richiami del videogame a temi quali l’epidemia, la morte di persone contagiate e l’inesistenza di una cura alla malattia creata dai giocatori a spingere, azzarda il quotidiano britannico, la Cyberspace Administration of China, ossia l’organo governativo locale preposto al controllo di Internet, a rimuovere Plague Inc da ogni catalogo multimediale di app.
A denunciare la mossa delle autorità di Pechino è stata la stessa Ndemic Creations, che, citata dalla testata londinese, ha espresso la propria “tristezza” per il divieto disposto dal gigante asiatico ai danni della creazione dell’azienda.
Quest’ultima ha contestualmente ammesso di stare cercando una soluzione per rendere il proprio gioco nuovamente disponibile agli abitanti dell’ex celeste impero.
Un portavoce della start-up di Bristol ha successivamente precisato che Plague Inc sarebbe stato interdetto in Cina poiché presentava contenuti che erano, a detta delle leggi del Dragone, “illegali”, senza però chiarire se la messa al bando sia motivata principalmente dall’affinità tra la trama del gioco e la vicenda-coronavirus.
Tale portavoce ha
allo stesso tempo negato la presunta pericolosità del videogame, evidenziandone, al contrario, la finalità di indurre i giocatori a riflettere e ad apprendere maggiori dettagli sulle principali emergenze sanitarie mondiali.