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Il complicato viaggio di Bergoglio in sud America

Bergoglio partirà alla volta del Cile e del Perù. Un viaggio che potrebbe nascondere delle "inside" politiche. Sullo sfondo la corruzione ed Evo Morales

Il complicato viaggio di Bergoglio in sud America

Bergoglio partirà alla volta del Cile e del Perù il prossimo 15 gennaio e resterà in sud America fino al 21 dello stesso mese. La visita del pontefice toccherà le città cilene di Temuco, Santiago e Iquique e quelle peruviane di Lima, Puerto, Maldonado e Trujillo. Un viaggio complesso, che nasconde molte "inside" dal punto di vista dei rapporti politici. Niente visita in Argentina, con ogni probabilità, neppure nel 2018. Il perché di questo "ritardo" di Francesco nel tornare nella sua terra d'origine sarebbe ascrivibile ai contrasti con il presidente Macrì. Altri, i complottisti, sostengono che il papa non si rechi a Buenos Aires a causa del fatto che possano venire alla luce notizie sul suo passato. Vicende presunte, che riguarderebbero anche le relazioni tra l'allora arcivescovo della capitale argentina e la Compagnia di Gesù. Giornalisti di parte e settori mediatici antibergogliani hanno più volte rilanciato, direttamente o indirettamente, la teoria per cui l'adesso pontefice sarebbe stato in qualche modo complice dei regimi: "Molta gente che sosteneva politiche di estrema destra non vedeva di buon occhio la nostra presenza nelle baraccopoli. Interpretavano il fatto che vivessimo lì come un appoggio alla guerriglia e si proposero di denunciarci come terroristi. Noi sapevamo da dove soffiava il vento e chi era il responsabile di queste calunnie", la frase di padre Jalics, riscontrabile in questo articolo di Limes, si riferirebbe proprio al papa argentino. Tesi tutte da dimostrare, che sono state spesso derubricate per via dell'antipatia che i vertici dei gesuiti avrebbero provato all'epoca nei confronti di colui che poi sarebbe diventato il primo Papa gesuita della storia.

Il presente, invece, riguarda il Cile e il Perù. E anche secondo questo articolo de La Stampa, il viaggio del papa in sud America si prospetterebbe come "difficile". La chiesa cilena, in particolare, sarebbe in crisi per via di tutta una serie di atteggiamenti fortemente contestati dalla popolazione. Diversa, ancora, la situazione peruviana. Il Papa – ha detto il cardinale Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima – non si reca in Perù per dare indicazioni politiche. La sua è una visita pastorale. Parlerà probabilmente di una delle piaghe che colpisce il Paese: la corruzione. E lo farà non in una chiave politica, ma con una lettura di tipo morale. La corruzione è un male da sradicare che colpisce soprattutto le persone povere. Sono infatti milioni le persone – ha sottolineato il porporato - che non hanno accesso al sistema sanitario, ad una adeguata istruzione. Questa è una tragedia", ha chiosato Cipriani. Il Cile, d'altro canto, è fortemente secolarizzato. Un problema ulteriore, poi, riguarda il caso del sacerdote Karadigma: un prete accusato di abusi su minori, proveniente da un gruppo che Bergoglio - come si apprende qui - avrebbe sostenuto. In Cile, insomma, si starebbe diffondendo un malcontento nei confronti di tutte le istituzioni, Chiesa cattolica compresa. E il viaggio del pontefice rischia di passare inosservato. A fare da sfondo al viaggio di Papa Francesco, però, c'è una questione squisitamente politica.

Bergoglio ha recentemente incontrato, per la quinta volta dall'inizio del pontificato, il presidente boliviano Evo Morales. Al centro del summit una richiesta specifica dell'esponente politico socialista: la Bolivia è ancora "vittima" del divieto di accesso in mare da parte del Cile e Morales avrebbe chiesto al papa di farsi portavoce di questa causa. La diplomazia vaticana, però, avrebbe consigliato al pontefice di tacere sull'argomento sino alla prouncia ufficiale della Corte di giustizia internazionale dell'Aia, cui Morales si è appellato ai fini di risolvere il contenzioso. La conferma del presidente cileno Pinera, avvenuta durante il 2017, dovrebbe comunque garantire la riapertura del dialogo sul tema. Va da sè, infine, che ogni viaggio in sud America di Bergoglio sia particolarmente attenzionato dai media. Dall'elezione di Francesco in poi, infatti, il baricentro del cattolicesimo si è spostato in quelle zone. La patria del cristianesimo, per numero di fedeli, è diventato l'intero Brasile dove 172 milioni di persone si professano di fede cattolica. Circa la metà dell'intero insieme dei fedeli cristiani, ancora, risulterebbe essere residente in sud America. Il Cile, più del Perù, costituisce una particolare eccezione.

Il pontefice è chiamato a ridare credibilità alla Chiesa anche in quella nazione.

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