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Bimba muore poco dopo l'adozione: massacrata di botte dalla madre

Molti volti noti coreani, tra cui un membro della band Bts, sono scesi in campo per chiedere alle autorità maggiore attenzione per i bambini

Bimba muore poco dopo l'adozione: massacrata di botte dalla madre

In Corea del Sud sta destando scalpore il caso della piccola Jung-in, che, a soli 16 mesi di vita, è stata uccisa di botte dalla madre adottiva. L’uccisione della piccola è avvenuta il 13 ottobre, ossia pochi mesi dopo essere stata adottata, ma tale vicenda è stata ultimamente rilanciata da notiziari e trasmissioni di approfondimento giornalistico locali. Il fatto di sangue è andato in scena nella capitale Seoul e la principale indiziata per il decesso della bimba, consumatosi 271 giorni dopo l’adozione, è appunto Jang, la madre adottiva, ma implicato nella vicenda è anche il signor Anh, il marito della donna. La vittima era un volto abbastanza conosciuto nel Paese, essendo apparsa in una trasmissione tv sui rapporti tra bambini e famiglie adottive.

In base alle ricostruzioni del decesso di Jung-in fatte dagli inquirenti dopo mesi di indagini, Jang e il marito avrebbero improvvisamente portato in ospedale la bimba con il suo corpicino coperto di lividi. La coppia avrebbe allora riferito ai sanitari che la bambina si trovava in quelle condizioni di salute perché “caduta dal divano” mentre loro si stavano preparando per accompagnare all’asilo nido la piccola e il fratellino. Diverse testimonianze hanno però in seguito portato la polizia a modificare tale versione dei fatti, sulla base della segnalazione per cui la donna, prima di correre con il marito in ospedale per portarvi Jung-in, avrebbe accompagnato il figlioletto all’asilo come se niente fosse, lasciando quindi la bambina dolorante sola in casa.

I medici che si sono trovati davanti la piccola paziente hanno subito compreso la gravità del quadro clinico della bimba. Pur effettuando numerosi tentativi, le lesioni presenti sul corpo di Jung-in si sono alla fine rivelate mortali. Un’autopsia avrebbe in seguito evidenziato che il decesso, nel dettaglio, sarebbe avvenuto per una profonda frattura addominale, avvenuta mediante “compressioni esterne”, e che, inoltre, vi erano segni di traumi e percosse che addirittura risalivano a mesi prima rispetto al presunto incidente. L’ipotesi forense che la bambina venisse abitualmente picchiata in casa sarebbe stata successivamente supportata dalle testimonianze di alcune maestre dell’asilo di Jung-in. Gli insegnanti avevano appunto notato, nei mesi precedenti la tragedia, molti lividi e segni di denutrizione nella bambina e avrebbero così minacciato i genitori adottivi di lei di avvertire un pediatra. La coppia avrebbe allora reagito ai sospetti delle maestre diradando la presenza della bambina al nido.

Nell’ambito delle indagini scattate dopo il decesso della piccola, i poliziotti coreani hanno scoperto che Jang avrebbe girato più di 800 video in cui si riprendeva mentre abusava fisicamente e psicologicamente della figlia adottiva. La donna e il marito sono stati di conseguenza arrestati e incriminati per maltrattamenti su minore e negligenze nell’esercizio della patria potestà.

L’omicidio risalente al 13 ottobre è stato riportato all’attenzione del pubblico televisivo coreano agli inizi di questo mese, grazie a una puntata speciale di un programma di approfondimento giornalistico, in onda sull’emittente nazionale Sbs, relativo a casi di cronaca giudiziaria. Nella puntata citata, in particolare, è stato mostrato che la lesione all’addome subita dalla bambina sarebbe stata l’effetto di un trauma paragonabile, sul piano della forza sprigionata, a un gancio assestato da un pugile. Lo stesso programma ha anche denunciato molti errori e ritardi da parte della polizia nella conduzione delle indagini, con gli agenti che, mesi prima del ricovero in ospedale della piccola, non avrebbero preso in considerazione importanti testimonianze sui maltrattamenti subiti in famiglia dalla bambina. Se le autorità avessero prestato attenzione a tali denunce e avessero agito tempestivamente, forse si sarebbe potuta scongiurare la morte di Jung-in.

All’indomani della messa in onda della puntata, migliaia di telespettatori hanno sottoscritto una petizione diretta a reclamare un’incriminazione ufficiale per omicidio a carico dei genitori adottivi della bimba.

La medesima puntata ha anche spinto molti volti noti coreani, tra cui Jimin, membro del gruppo pop Bts, a esortare pubblicamente le autorità ad avere maggiore cura del benessere e della sicurezza dei minori.

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