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Corea del Nord: imminente lancio di due missili

L’occasione potrebbe essere l’anniversario del fondatore del partito Kim Il-sung, nonno dell’attuale leader, nato il 15 aprile del 1912

Corea del Nord: imminente lancio di due missili

Tra qualche ora scopriremo le reali intenzioni della Corea del Nord per un possibile lancio che gli conferirebbe capacità balistiche intercontinentali. I satelliti americani hanno rilevato due missili Musudan stati schierati su lanciatori mobili nella città portuale orientale di Wonsan. L’occasione del lancio potrebbero essere le celebrazioni per l’anniversario del fondatore del partito Kim Il-sung, nonno dell’attuale leader, nato il 15 aprile del 1912 e morto nel 1994.

Il missile balistico Musudan noto anche come Rodong-B o BM-25 è la copia per impiego terrestre del sistema sovietico SS-N-6 Serb che equipaggiava, durante la guerra fredda, la classe Yankee. Ritirato dai russi negli anni novanta, è ancora in servizio in Corea del Nord ed Iran.

Se venisse lanciato, un missile a medio raggio Musadan potrebbe colpire Guam così come le isole Aleutine, nel Pacifico settentrionale. L’isola di Shemya, ad esempio, ospita un'installazione radar di allarme precoce che monitora le attività spaziali e missilistiche.

Nel rapporto diramato pochi giorni fa dall’intelligence statunitense, si teme un altro vettore su lanciatore mobile, il missile balistico intercontinentale KN-08 o la sua versione avanzata, KN-14, in grado di raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti.

Precisano dal Pentagono: “Siamo a conoscenza delle relazioni e dei movimenti. Come sempre, esortiamo la Corea del Nord ad astenersi dal compiere tali azioni provocatorie che non fanno altro che aggravare le tensioni. Invitiamo il Nord a concentrarsi sui suoi obblighi ed impegni internazionali".

Siamo consapevoli che un lancio potrebbe essere imminente – aggiungono dalla Corea del Sud – il nostro sistema difensivo è pronto per intercettare qualsiasi minaccia.

E’ comunque una questione di ore. Quello che appare altamente probabile è che nell’anniversario della nascita del fondatore del movimento, Kim Jong-un ordinerà un’attività di qualche tipo: un quinto test nucleare o il lancio di uno dei missili a medio e lungo raggio non ancora testati.

Quel che più preoccupa gli USA è la capacità mobile del lanciatore. I lanciatori mobili superano il fattore simmetrico della postazione fissa, elevandola ad un livello asimmetrico. La mobilità di un sistema balistico, ne rende difficile la rilevazione se non durante la fase di spinta. Se avvenisse, sarebbe anche una chiara violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite che vietano alla Corea del Nord di effettuare test balistici.

La Corea del Nord ha già lanciato due volte (prima nel 2012 poi lo scorso febbraio) e con successo missili balistici a tre stadi da una piattaforma di lancio fissa. In entrambi i lanci sono riusciti a mettere in orbita due satelliti per “l’osservazione dei fenomeni di lunga durata che interessano la terra” (secondo la versione ufficiale di Pyongyang).

Il nove marzo scorso i media del Nord comunicarono il successo della miniaturizzazione di una testata nucleare per l'implementazione su missili balistici. Una settimana dopo, il Nord annunciava di aver ultimato lo sviluppo della tecnologia di rientro e poche ore dopo, sempre Pyongyang dichiarava di aver progettato dei nuovi materiali termodinamici refrattari.

Un missile balistico intercontinentale, dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. Appare evidente, quindi, quanto sia determinante nella proiezione strategica lo sviluppo di tale tecnologia. Il Nord negli anni ha effettuato numerosi lanci, secondo la versione ufficiale, per la messa in orbita di satelliti. In realtà, la tecnologia dei razzi a lungo raggio e dei missili balistici intercontinentali è fondamentalmente la medesima. Entrambe differiscono solo nel “payload”.

Pochi giorni fa, infine, la Corea del Nord ha comunicato di aver testato con successo un motore a combustibile solido. A differenza di quello liquido, il combustibile solido annulla il rifornimento in loco del vettore (che deve rispettare alcuni passaggi procedurali), rendendone difficile la rilevazione satellitare.

Il Pentagono ritiene probabile che il Nord sia riuscito a miniaturizzare una testata nucleare per l’implementazione su un missile balistico, ma ignora le sue reali capacità.

Ci sarebbe poi la questione dei missili.

Il sistema Musadan non è un mistero, essendo stato presentato nel lontano 1961. Il Pentagono, però, ignora le modifiche effettuate dal Nord con la complicità dell’Iran. Secondo un’opinione abbastanza condivisa, si tratterebbe di una copia della prima variante del missile sovietico R-27. Quindi, sebbene siano possibili delle modifiche per aumentare la gittata del missile, si tratterebbe comunque di un vettore in grado di trasportare una sola testata nucleare da 1-1,2 Mt. La tecnologia MIRV o “Multiple Independently Targetable Reentry Vehicle che si basa sul concetto MRV o “Multiple Reentry Vehicle”, non è ritenuta ancora in possesso della Corea del Nord. Specifiche comunque che riguarderebbero la versione R-27U.

Si ignora quasi tutto, invece, della classe KN. Il missile KN-08, mostrato su lanciatori (si scopriranno essere dei camion acquistati dai cinesi per trasportare legname e poi riconvertiti) in diverse occasioni pubbliche. Il disegno del missile è stato subito bollato come un grossolano falso. Nonostante ciò, il Pentagono lo ritiene teoricamente in grado (se volasse) di raggiungere la costa degli Stati Uniti.

Il missile a due fasi KN-14 mostrato nel 2015, evidenzia delle linee più pulite ed un design moderno rispetto ai precedenti sistemi. Simile alla prima versione del missile sovietico RS-29 Vysota, non è mai stato testato. Teoricamente, sarebbe in grado di colpire Chicago.

Il Taepodong-2, infine, esiste solo sulla carta.

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