Le Hawaii, nel pieno dell’emergenza coronavirus, hanno deciso di “pagare i turisti per andarsene”. Tale esborso serve appunto alle autorità locali per effettuare l’allontanamento dalle isole dei soggetti non residenti responsabili di violazione della quarantena precauzionale anti-Covid lì in vigore. Nell’entità federata Usa vi è infatti l’obbligo, per tutti i visitatori stranieri e per i viaggiatori che si sono recati nel paradiso naturale dal primo aprile, di mettersi in auto-isolamento per due settimane. Oltre a disporre questo auto-confinamento prudenziale, lo Stato americano, dove si contano ad oggi 596 contagi da coronavirus e 12 decessi, ha anche finora incoraggiato i turisti a non recarsi proprio nell’arcipelago.
Il pagamento inteso a favorire l’allontanamento dei non residenti, ha spiegato ieri Il Messaggero, è stato autorizzato dal governo locale mediante uno stanziamento di bilancio pari a 25mila dollari, con cui organizzare i viaggi di ritorno ai trasgressori e pagare il biglietto ai visitatori da rimpatriare che non possono permettersi quest’ultimo.
L’organizzazione dei viaggi di rimpatrio, precisa il quotidiano capitolino, è di competenza di un ente no-profit, la Visitor Aloha Society.
La nuova strategia per i rimpatri è stata già applicata ai danni di 19 persone, accusate appunto di infrazione all’obbligo di quarantena nonché di reati minori.
Prima di usufruire dei voli messi a disposizione dalle istituzioni hawaiane, precisa la testata, i medesimi trasgressori sono stati però costretti a pagare una multa.
L’idea di pagare i turisti affinché gli stessi abbandonino le isole è stata difesa direttamente dal procuratore generale dello Stato, Clare Connors.
La massima carica inquirente dell’entità federata ha infatti giustificato con le seguenti parole, citate dal giornale romano, tale misura a carico di chi viola l’isolamento precauzionale anti-Covid: “La possibilità
di riportare rapidamente le persone nei loro luoghi di origine durante la pandemia è di grande aiuto alla capacità delle forze dell'ordine di garantire il successo delle nostre misure di emergenza”.
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