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Coronavirus, la Spagna opta per l'esercito in strada in 7 città

La Spagna sceglie misure forti: l'esercito è già stato dispiegato in sette città della penisola iberica. E ora si pensa alla chiusura dei confini nazionali

Coronavirus, la Spagna opta per l'esercito in strada in 7 città

La Spagna ha deciso, in alcune circostanze, di predisporre misure ancor più straordinarie di quelle adottate in buona parte d'Europa: l'esercito spagnolo è in strada. E questo criterio d'eccezionalità, che è dovuto alla situazione pandemica dovuta al coronavirus, vale almeno per sette grandi città della penisola iberica.

Il dispiegamento delle forze armate non interessa l'intera nazione, ma soltanto Madrid, Valencia, Saragozza, Lèon, Santa Cruz de Tenerife, Siviglia e Las Palmas. Ad oggi non è escludibile che la misura venga estesa pure in altre località. Può essere un primo passo. Pedro Sanchez, due sere fa, aveva annunciato le prime disposizioni. Sono quelle che sono state applicate anche in Italia, con la chiusura delle scuole, dei negozi non indispensabili e tutto il resto. Per quanto l'utilizzo dell'esercito nelle grandi città, con lo scopo di far sì che le persone rispettino le prescrizioni, sembra costituire per ora un'esclusiva spagnola o quasi.

Stando a quanto ripercorso dall'Agenzia Nova, è possibile fornire più di qualche specificazione. Intanto, i reparti schierati sono quelli che fanno parte dell'Ume, cioè della sezione dell'esercito che si occupa di gestire le emergenze nazionali. Poi c'è anche un numero di riferimento, che può essere indicativo di quello che stanno facendo le autorità iberiche all'interno dei loro confini: quando si è trattato di verificare lo stato di salute di una stazione dei treni, quella di Atocha, sono stati utilizzati 350 soldati. Controlli certosini, insomma, che servono ad evitare che nulla venga lasciato al caso. E che i divieti non vengano oltrepassati. Quando si è trattato di ragionare sul da farsi, il capo di Dicastero della Difesa, Margarita Robles, che è espressione del Partito Socialista operaio, non ha avuto dubbi di sorta.

Sono scelte - queste - che sembrano presentare una ratio specifica: rinforzare la norma prescrittiva chi base. Chi viola le restrizioni relativa alla quarantena, l'isolamento o la semi-quarantena, si troverà in dovere di corrispondere una cifra che va dai 100 euro ai 60 mila euro. E la presenza dell'esercito può servire anche da deterrente nei confronti di atteggiamenti irresponsabili. La Spagna, almeno per il momento, è la seconda nazione del Vecchio continente più interessata dalla situazione pandemica dopo l'Italia. Tanto che in queste ore - come rimarcato pure dalla Lapresse - si sta valutando l'ipotesi di chiudere del tutto i confini o di riprisintare dei serrati controlli alle frontiere.

Questa tipologia di novità, però, può anche costituire una diretta conseguenza di un altro ragionamento, che potrebbe essere a breve calato dall'alto e che riguarda l'applicazione di un sospesione sulla Convenzione di Schengen. Non è detto. Si ipotizza pure che dall'Unione europea intervengano soltanto per limitare gli spostamenti di chi proviene da fuori dell'area derivante da quel trattato. Ma i summit sono in corso.

E nelle prossime ore più di qualche certezza di questi ultimi decenni potrebbe cadere.

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