Così l'ideologia Lgbt è penetrata nelle scuole americane

Durante l'Equity Week, in una scuola dell'Illinois, alcuni bimbi di 5 anni hanno dovuto leggere "I Am Jazz", un libro illustrato su una ragazza transgender. E in molti stati la propaganda "pro-Lgbt" è sempre più diffusa

Così l'ideologia Lgbt è penetrata nelle scuole americane

Nelle scuole pubbliche americane si parla sempre più spesso di diritti Lgbt e gender fluid. Argomenti che non vengono trattati solamente nelle High School ma già nell'età pre-scolastica, nel primo insegnamento nell'infanzia (pre-k), anche a bimbi e bimbe di appena 4 o 5 anni. Come racconta un'inchiesta di RealClear Investigations, gli studenti americani, dai piccolissimi passando scuole elementari e medie, oltre a conoscere i pionieri dei diritti degli omosessuali come Harvey Milk o James Baldwin, vengono istruiti sulle donne travestite da uomini nella guerra civile americana, sui cosiddetti "matrimoni bostoniani" fra due donne, sui nativi "Two Sprit" capaci di incarnare caratteristiche sia maschili che femminili; e ancora, su come le agenzie federali negli anni '50 abbiano licenziato circa 5.000 impiegati statali sospettati di omosessualità. Fin qui nulla da eccepire, potrebbe obiettare qualcuno. Ma non ci si limita certo a questo.

Durante l'Equity Week svoltasi negli Usa e nel mondo nella prima metà di ottobre - evento che commemora la Marcia Nazionale su Washington per i diritti di lesbiche e gay del 1987 - in un asilo (pre-Kindergarten) nei sobborghi di Chicago, i bimbi di 4-5 anni hanno letto I Am Jazz, un libro illustrato su una ragazza transgender e My Princess Boy, libro, anch'esso illustrato, incentrato su un bimbo a cui piace vestirsi con abiti femminili. Ma non è tutto. Oltre alla lettura "gender" obbligata, durante tutta la settimana, i bimbi di prima elementare si sono esercitati nell'usare pronomi di genere "neutro", mentre quelli di seconda sono stati introdotti dalle maestre a concetti come "gay", lesbica" e "non binario".

Non si tratta però di un caso isolato. Solo quest'anno, quattro stati - New Jersey, Illinois, Colorado e Oregon - hanno messo in atto politiche a livello statale che impongono alle scuole pubbliche di trattare tematiche Lgbt. Il Dipartimento della Pubblica Istruzione del Maryland sta rivedendo i suoi standard di storia per le scuole superiori per includere argomenti relativi all'Lgbt. E il Massachusetts raccomanda di includere nel programma scolastico libri Lgbt, come il già menzionato I Am Jazz. La prima ad adottare politiche pro-Lgbt nell'insegnamento scolastico, nel 2011, era stata la California, che ha anche redatto una lista dei libri scolastici approvati e "inclusivi" che ora gli altri stati più progressisti stanno emulando. Basti pensare che, ad oggi, metà dei distretti scolastici californiani ha adottato questo modello pro-gender.

I sostenitori delle politiche pro-Lgbt nelle scuole affermano che queste riforme offrono vantaggi importanti: presentano una versione più veritiera e realistica della storia, spiegano, promuovendo al contempo un clima inclusivo in cui i bambini Lgbt hanno meno probabilità di essere molestati o maltrattati. "Insegnare storia diventa uno strumento per dare ai bambini un vocabolario concettuale e un modo per capire che la questione di genere è esistita in molti tempi e luoghi" sostiene Don Romesburg, professore della Sonoma State University. Tuttavia, molti genitori non la pensano così. E mentre molti stati americani e scuole si preparano a includere materiale Lgbt nei loro programmi, sono in tanti a protestare e a minacciare di spostare i loro figli in altre scuole. Come Jessica Hockett di Evanston, una cristiana evangelica che ha deciso di tenere a casa suo figlio durante la Equity Week. "Siamo passati dalla privacy rispetto a quello che accadeva in camera da letto al fatto che un bimbo di 5 anni debba per forza conoscere le lesbiche" ha spiegato.

Ma le reazioni negative e le polemiche nate a seguito dell'Equity Week sono state molte. Secondo molti genitori, infatti, diffondere questo tipo di materiale e di insegnamento nelle scuole, soprattutto alle elementari, equivale a indrottinare i bimbi, imponendo loro il vangelo laico e progressista del politically correct. Ma i genitori non sono gli unici a lamentarsi. Anche gli esperti lanciano l'allarme, come la psichiatra infantile Miriam Grossman, che durante un'audizione risalente al 2011, ricordava come i bimbi potrebbero subire dei danni dalla propaganda Lgbt nelle scuole.

"Per i bambini tutto questo è spaventoso" ha spiegato "un bambino non è un adulto in miniatura. È nostra responsabilità proteggere i minori nel miglior modo possibile dall'esposizione a fatti ed esperienze che non sono in grado di gestire".

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