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Cosa c'è sull'"isola delle orge" di Jeffrey Epstein

La perquisizione in una delle dimore caraibiche di Jeffrey Epstein è stata effettuata. Le testimonianze narrano di dettagli macabri. Tra tutti, la presenza di un "tempio", forse utilizzato per violenze e restrizioni

Cosa c'è sull'"isola delle orge" di Jeffrey Epstein

Jeffrey Epstein e l'"isola delle orge": non è il titolo di un film erotico, ma la sintesi di una tragedia che si sta allargando. Il finanziere è morto suicida il 10 agosto scorso. Almeno sino a prova contraria. Gli inquirenti non hanno intenzione di lasciare nulla d'intentato. Il caso, che coinvolge un membro della élite a stelle e strisce, scotta. Considerate le accuse, pesanti, relative agli abusi sessuali e al traffico di minori, non si può che fare luce sul passato.

Le perquisizioni e le ricerche continuano. Spicca allora, tra le centinaia di dimore appartenenti al magnate, una villa caraibica. L'"isola delle orge" è una delle definizioni in voga in queste ore per descrivere quel contesto. L'altra è l'"isola dei pedofili". Perché Epstein non possedeva solo una reggia, ma tutto lo spazio geografico circostante. Un'isola intera, appunto. È lì, forse più che in altre parti, che l'Fbi spera di rinvenire qualche certezza che racconti qualcosa di decisivo sulla vita, e sui comportamenti sessuali, dell'imprenditore newyorkese.

Gli organi deputati a farlo, tra cui soprattutto il Bureau, come raccontato su IlGiornale, indagano e da parecchio. E quello che sta emergendo dall'investigazione nell'abitazione sopracitata, quella sull'isola, non è usuale. Da quando i riflettori sono stati accesi sulle proprietà dei Caraibi, è possibile registratre qualche ulteriore elemento: su La Stampa di oggi c'è scritto che proprio in quel luogo, in una delle residenze più lussuose, Jeffrey Epstein "organizzava gli incontri criminosi, sfruttando ragazzine minorenni, finanche di 14 anni, come è emerso dalle testimonianze". Questo è il principale aspetto giudiziario. Poi ci sono i dettagli stilistici, come quello relativo al "tempio". Ma la vera domanda riguarda quello che avveniva lì dentro.

C'è una tesi secondo cui il "tempio", una complesso architettonico cubico, venisse adoperato quale luogo di violenza e limitazione. Bisognerà verificare la veridicità dei racconti di chi ha deciso di parlare. Per ora si ha conoscenza di qualche minuzia. C'erano (ora è andato tutto distrutto) mura insonorizzate. Quello spazio, in apparenza, era riservato all'esecuzione musicale. Solo che in questo racconto c'è anche la presenza di una specie di presunto Caronte. Invece di traghettare le anime verso gli inferi, avrebbe avuto anche il compito di reperire in acqua le donne che azzardavano l'evasione da quella sorta di luogo di culto: Ghislaine Maxwell, la "strega cattiva" di Jeffrey Epstein. Infine le immagini di ragazze, pare minorenni, adagiate addosso alle pareti di questa proprietà. La vicenda sfiora il macabro. Pure

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