Mondo

"Non poteva non sapere": ma la denuncia contro Ratzinger non regge

Ratzinger denunciato nel quadro della presunta copertura di uno scandalo di pedofilia in Germania, avvenuto però quando era già a Roma. Cosa non torna nell'inchiesta bavarese.

"Non poteva non sapere": ma la denuncia contro Ratzinger non regge

Joseph Ratzinger è stato denunciato in Germania per il controverso "casi abusi" che ha fatto discutere l'opinione pubblica tedesca e bavarese negli scorsi mesi. La Beyrische Rundfunk, canale all-news con base a Monaco, sottolinea infatti che una vittima degli abusi commessi da un prete pedofilo indicato nella discussa inchiesta degli investigatori Ulrich Wastl, Marion Westpfahl e Martin Pusch sugli abusi nella diocesi bavarese tra il 1945 e il 2019, ha sporto denuncia contro il Papa emerito.

Secondo l'accusatore, un uomo di 38 anni che avrebbe subito molestie da bambino da uno dei preti indicati nel rapporto (Peter H.), Benedetto XVI "aveva conoscenza della situazione e ha sottovalutato l'opzione che questo sacerdote potesse ripetere i suoi reati". Julian Schwarz, nome di fantasi scelto da Br per l'uomo, avrebbe subito da Peter H., sottoposto più volte a indagini interne alla Chiesa tedesca per i casi di pedofilia, abusi ripetuti quando aveva tra gli undici e i dodici anni, subendone traumi che si porta dietro ancora oggi.

A Br Schwarz dichiara di aver subito "un omicidio emotivo. I bambini portano questo in loro per tutta la vita". A suo avviso Ratzinger sapeva della propensione alla pedofilia di Peter H. e ha intentato una causa presso il tribunale regionale di Traunstein contro l'arcidiocesi di Monaco e l'ex Papa, indicato come correo assieme al suo successore alla cattedra di Monaco, il cardinale Friedrich Wetter. "Il tribunale", nota Br, dovrà "esaminare retroattivamente se l'autore e i responsabili del suo lavoro nell'arcidiocesi sono obbligati a risarcire il querelante per il danno causatogli dall'abuso sessuale". Ma nella denuncia molte cose non tornano.

In primo luogo, le date. Ratzinger, ai tempi in cui Schwarz denuncia di aver subito gli abusi, non era più alla guida dell'Arcidiocesi di Monaco, da lui guidata tra il 1977 e il 1982, due anni prima della nascita dell'uomo che avrebbe dunque subito gli abusi tra il 1995 e il 1996. Dopo la chiamata a Roma da parte di Giovanni Paolo II il cardinale bavarese ha costruito la carriera nella Curia che lo ha portato, nel 2005, a succedere al pontefice polacco.

In secondo luogo, la natura controversa del caso su cui si basa la querela. Il rapporto dei tre investigatori pubblicato nel gennaio scorso menzionava i presunti silenzi di Ratzinger sulla pedofilia di Peter H. come uno dei punti chiave delle accuse contro Ratzinger, che avrebbe coperto durante il suo mandato casi di questo tipo. Ma in realtà parlava di un caso già da tempo affrontato dalla Chiesa locale, quello di Peter Hullermann, oggi 74 anni, che tra il 1973 e il 1996 ha abusato di almeno 23 ragazzi dagli 8 ai 16 anni. Intervistato dal New York Times, lo psichiatra Werner Huth, che nei primi anni Ottanta seguì il caso del prete pedofilo, nel 2010 ha dichiarato di non aver mai contattato Ratzinger per parlare del problema del prete, arrestato nel 1986 per i casi in questione. Ma più di recente è emersa la notizia che nel 1980 Ratzinger accettò di ricevere Hullermann a Monaco da Essen, sua città di residenza, per promuovere la sua cura psichiatrica per un disturbo narcisistico di base con pedofilia ed esibizionismo.

In terzo luogo, il rapporto che avrebbe costituito la base della denuncia, notò a gennaio il Corriere della Sera, riguardava per il periodo di gestione della cattedra di Monaco da parte di Ratzinger “tre casi di reati commessi prima del suo mandato e in parte al di fuori del territorio dell’arcidiocesi” e su 497 casi analizzati dal rapporto-choc solo 4, meno dell'1%, riguarderebbe casi di cui si può pensare che Ratzinger sia venuto, indirettamente, a sapere. Il tutto senza alcuna pistola fumante che indicherebbe suoi coinvolgimenti.

Complessivamente, dunque, tutto lascia pensare che, indipendentemente dal giudizio grave sulla condotta di Hullermann e sul dramma umano subito da Schwarz, la denuncia a Ratzinger sia eccessivamente problematica e da ritenere una forzatura: il Papa emerito ha lasciato la diocesi due anni dopo l'incontro col prete e prima che venisse arrestato, dunque prima che si conoscessero appieno i reati di cui si era macchiato; la cura di Huth è proseguita dopo il suo passaggio a Roma e lo stesso rapporto, che unisce fatti noti a altri più circostanziati, non appare una base solida per un'inchiesta. La denuncia si inserisce piuttosto nel quadro di una sconfessione generale del mondo cattolico tedesco con il suo padre nobile ed unico pontefice dell'era presente, una crociata politica che si unisce alla volontà della Chiesa tedesca di mettere in campo crescenti distinguo con Roma su questioni dottrinali e di prassi.

Ratzinger, semplicemente, a un occhio attento alle questioni di diritto, con le basi di questa denuncia c'entra poco o niente e non sussistono pezze d'appoggio se non la retorica che vorrebbe il Papa Emerito poco attento alle questioni sulla pedofilia. Come ha scritto Matteo Matuzzi su Il Foglio, questa è un'immagine lontana dalla realtà sia perché Benedetto XVI ha inasprito le pene contro la pedofilia nella Chiesa sia in virtù dell'espansione del diritto canonico a casi non coperti da diversi ordinamenti civili o penali sia in termini di denuncia esplicita e pubblica del problema, con una forza che nemmeno Giovanni Paolo II ha avuto.

Questi sono dati di fatti certificati, il resto è polemica politica nel quadro di una crociata tedesca contro il Papa Emerito che sta arrivando a chiamarlo in responsabilità per fatti avvenuti in anni in cui il futuro pontefice si trovava a Roma.

Commenti