Mondo

Crimea, Putin invia gli S-400

In Crimea il meglio della tecnologia russa. Gli S-400 sono progettati abbattere i velivoli di quinta generazione. Per il Cremlino, l’invisibilità è una trovata pubblicitaria Usa. In arrivo anche gli S-500.

Crimea, Putin invia gli S-400

Il reggimento missilistico antiaereo basato in Crimea ha ricevuto il primo sistema del battaglione S-400 che sarà utilizzato nelle prossime manovre strategiche Caucasus-2016. E’ quanto comunica il Distretto Militare del Sud. L'S-400 è stato progettato specificatamente per intercettare le minacce stealth occidentali. I russi contano di avere in linea entro il 2020, anno in cui si dovrebbe concludere il 90% del riarmo voluto da Putin, 28 reggimenti S-400. Secondo i rapporti ufficiali diramati lo scorso dicembre, i russi hanno in servizio undici reggimenti equipaggiati con i Triumph che diventeranno sedici entro la fine dell’anno in corso. Un battaglione standard russo basato sull’S-400 è composto da otto lanciatori per 32 missili. Dopo la riqualificazione e ricollocazione, il reggimento del 4th Army of the Russian Air Force and the Air Defense, parteciperà alle manovre Caucasus-2016. Il battaglione S-400 in Crimea, sarà il primo ad implementare delle migliorie, secondo quanto comunicato il mese scorso dalla Almaz/Antei. I sistemi S-300 (imminente l’entrata in servizio degli S-350) e S-400 rappresentano la punta più alta dei sistemi di difesa terra-aria russi: sono progettati per proteggere le aree di importanza strategica. Tra i target che i russi sono certi di riuscire ad abbattere, figura anche l'F-22 Raptor, unica piattaforma di quinta generazione attualmente in servizio. L’S-400 (ultima versione) può tracciare simultaneamente fino ad 80 bersagli (velivoli, missili balistici e strategici) ad una distanza massima di 400 km: una gittata praticamente doppia al MIM-104 Patriot americano, ed un'altitudine di 30 km. La velocità massima utile per l’intercettazione è di 4,8 chilometri al secondo. Tra i target che i russi affermano di riuscire ad identificare ed abbattere figura anche l’F-35. Ricordiamo che per il Cremlino, l’invisibilità è una trovata pubblicitaria statunitense: i vecchi R-118, secondo Mosca, avrebbero rilevato anche gli F-117. L'S-400, aggiornamento della serie S-300 in servizio con le Forze Armate russe dall’aprile del 2007, può essere utilizzato anche contro obiettivi terrestri.

S-350, S-400 e S-500

Una delle opzioni per annullare uno scherma difensivo S-300/S-400 sarebbe quella di ricorrere alla Global Strike Task Force. Una task force combinata di F-22 e B-2. Ci sarebbe una seconda opzione che prevede un massiccio attacco di missili JASSM-ER (dove ER sta per Extended Range) in un contesto che richiederebbe la presenza degli EA-18G Growler. Il problema, nella seconda opzione, è precaricare i target dei missili: S-300 ed S-400, infatti, sono sistemi mobili, collegati in rete ed in grado di lanciare missili, una volta posizionati, dopo appena tre minuti.

La US Navy ripone molta fiducia nella Tactical Targeting Network Technology che sarà implementata su tutti i Boeing EA-18G Growler della Marina USA. I test effettuati hanno convalidato la tattica che prevede l’impiego di più Growler per generare quella che è definita come “weapons quality track” contro le emissioni nemiche. La formazione ideale in un contesto che presenta svariate minacce mobili prevede l‘impiego di tre Growler avanzati collegati ad un sistema di allerta precoce Hawkeye E-2D in remoto. Quest’ultimo nel doppio ruolo di piattaforma di controllo per armamento guidato e capacità di individuare piattaforme a bassa osservabilità di ultima generazione, non ha le capacità offensive del caccia.

Entro l’anno Mosca spera di dichiarare la prontezza operativa per il sistema S-500 Prometheus. Nelle specifiche delle Forze Aerospaziali russe, l’S-500 dovrebbe essere in grado di impegnare fino a dieci minacce ipersoniche così come le testate dei missili intercontinentali che rientrano nell'atmosfera. La velocità massima utile per l’intercettazione è di sette chilometri al secondo. Il Prometheus dovrebbe essere in grado di colpire bersagli ad un massimo di 600 km con una quota di impegno di 200 chilometri. I test finali sul sistema missilistico eso-atmosferico 40N6 si sono conclusi nel marzo dello scorso anno. Il primo battaglione S-500 sarà operativo entro il 2020 a protezione della dell’area di Mosca ed integrato nell’asset A-135 operativo 24 ore su 24. Attualmente l’area di Mosca è protetta da 68 missili intercettori contro un possibile attacco portato da un nemico (Stati Uniti/NATO) dotato di armi nucleari. L’S-500 sarà integrato nel nuovo sistema di difesa missilistica strategica A-235. L’ultimo asset in via di sviluppo, infine, è il sistema a medio e corto raggio S-350 Knight. A differenza degli attuali S-300, il nuovo veicolo di lancio S-350 trasporta 12 missili (due varianti).

L’S-300 standard ne trasporta soltanto quattro.

Commenti