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Permessi per macellare una mucca e altre follie del regime cubano

L'isola che era di Fidel Castro sta vivendo una crisi alimentare eccezionale: nonostante la penuria di cibo, il processo che porta alla macellazione di una mucca è lento e macchinoso: ecco cosa accade

Permessi per macellare una mucca e altre follie del regime cubano

Cuba soffre la pandemia, la mancanza di turismo ma soprattutto la fame: l'isola comunista sta affrontando la peggiore carenza di cibo dagli anni '90.

Quali le motivazioni

In un luogo che importa circa il 70% del suo cibo, l'ultimo anno ha visto i propri negozi di alimentari vuoti e su Internet o al mercato nero i prezzi per acquistare la merce sono proibitivi. Inoltre, gli agricoltori non vogliono più vendere i prodotti per sfamare loro stessi. Il governo cubano attribuisce la carenza di cibo principalmente alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti che, il 24 giugno, l' assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato di condannare come succede quasi ogni anno dal 1992. Balzo dei prezzi globali (+40%), mancanza di turismo che dal 10% di Pil si è ridotto drasaticamente passando da 4,2 milioni di visitatori nel 2019 a poco più di un milione nel 2020. Ma Cuba si sa, è l'isola anche di stranezze e follie dettate dal regime, come quella che riguarda la carne di mucca macellata prima del tempo, illegale fino ad un mese fa ma diventata prassi comune adesso.

Una mucca uccisa ogni tre vitelli

Lo Stato aveva stabilito che se una mucca non avesse raggiunto un certo limite d'età non si poteva toccare, adesso i contadini possono ucciderle sia per vendere la carne che per mangiarla loro stessi. Ma, prima di farlo, devono saltare attraverso una serie di burocrazie, inclusa la certificazione che la mucca abbia prodotto almeno 520 litri di latte all'anno. Come riporta l'Ecomomist, inoltre, non sono autorizzati a lasciare che la loro mandria si riduca più di tanto e possono macellare soltanto una mucca ogni tre vitelli: un compito arduo a lungo termine, anche perché chi fa i conti? Come si fa a mantenere questa media? Insomma, è più un'utopia che qualcosa di veramente realizzabile. Al momento, tra l'altro, Cuba ha difficoltà anche a mantenere la sua attuale mandria di bestiame: l'anno scorso, nella sola provincia di Las Tunas, più di settemila mucche sono morte per disidratazione. In tutto questo marasma, anche gli agricoltori devono completare i documenti e attendere una settimana per l'approvazione. “Il processo di candidatura per mangiare una mucca è sufficiente per farti perdere l'appetito", dicono dall'isola.

Altre follie burocratiche

Ma ciò che riguarda il bestiame è solo l'ultima delle stranezze cubane: la popolazione è concorde nell'affermare che nonostate il governo abbia fatto alcuni tentativi per liberalizzare l'economia, è "sconcertantemente scarso" nell'incrementare la produzione agricola o nel corteggiare gli investitori stranieri. Le aziende che producono cibo a Cuba guadagnano solo Pesos che hanno poco valore a livello internazionale, ma devono acquistare quasi tutti i loro input all'estero in valuta estera. Il governo impone agli agricoltori di vendere il loro raccolto allo Stato a prezzi non competitivi e impone regole draconiane sulla gestione del bestiame. Per far fronte alla crisi, molti cubani residenti all'estero stanno cercando di aiutare i loro familiari a combattere la fame inviando i propri pacchi di assistenza. Ma anche questi sono diventati più difficili e costosi da inviare: le merci dagli Stati Uniti che una volta richiedevano due settimane per essere consegnate, ora possono impiegare fino a quattro mesi per arrivare poiché la carenza di carburante e camion a Cuba rende più difficile l'ultima tappa della consegna.

Le risposte politiche pasticciate hanno peggiorato le cose: il 10 giugno la Banca Centrale cubana ha annunciato che, dal 21 giugno, i cubani non potranno depositare dollari sui loro conti bancari per un periodo di tempo non dichiarato. Questo nonostante il fatto che, per acquistare merci nei negozi statali, i cubani abbiano bisogno di una carta prepagata carica di dollari. Ora dovranno scambiare i loro dollari con euro o altre valute, il che comporta una commissione. Emilio Morales, il capo dell'Havana Consulting Group a Miami, pensa che questo sia stato un modo per spaventare le persone e spingerle a depositare di più prima della scadenza. Piuttosto che stabilizzare l'economia, è probabile che la politica faccia il contrario: le banche cubane sono state sopraffatte da file di persone in preda al panico che cercavano di depositare i dollari di cui avevano bisogno per acquistare generi alimentari. "Cuba ha 11 milioni di ostaggi e si aspetta che gli esuli cubani paghino il loro riscatto", afferma Morales. Ricardo Cabrisas, il vice primo ministro, è stato recentemente a Parigi per negoziare un'altra proroga sui circa 3,5 miliardi di dollari di prestiti dovuti a governi stranieri: l'isola è in arretrato dal 2019.

Un ultimatum dei creditori potrebbe aiutare a spiegare il desiderio del governo di recuperare i biglietti verdi.

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